Ciao e benvenuto/a su in Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica?
Ciao! Questo inspiegabile amore per la musica è comparso a 14 anni, nel momento
in cui mi è stata regalata la mia prima chitarra elettrica. Sono nato a cresciuto in
contesti musicali perché anche mio padre è musicista, quindi penso che in qualche
modo lui mi abbia aiutato a sviluppare questo enorme amore per la musica e la composizione.
Sarai presente al concerto del Primo Maggio come vincitore del contest 1MNext. Che esperienza è stata prendere parte al contest e cosa ti
aspetti dal palco del Circo Massimo?
1MNext è stato un evento che ho vissuto con grande leggerezza e senza alcuna
aspettativa. Sono rimasto piacevolmente folgorato quando ho saputo del mio
passaggio allo step successivo. Sarò banale, ma sono molto felice di suonare sul
palco di un evento quasi storico come il Primo Maggio, soprattutto sarà una delle
poche volte dove non dovrò preoccuparmi dello sbigliettamento. Penso che
almeno un centinaio di persone ci saranno, o no?
Nell’ambito del concertone sarà decretato il vincitore assoluto. Cosa significherebbe per te ricevere questo riconoscimento?
Vi risponderò sinceramente: io sono felice di suonare al Primo Maggio, e già questo
per me è abbastanza!
Grazie Moonari e in bocca al lupo!
Ciao e benvenuto/a su in Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica?
Ciao Loop Mag! La mia passione per la musica nasce dentro le pareti di casa mia, ho avuto ed ho
tuttora la fortuna di vivere in una famiglia stimolante e aperta sul fronte artistico. Da piccolo, anche
molto più di ora, ascoltare musica, cantare e scriverla era la mia principale fonte di entusiasmo, la cosa
che mi divertiva e mi emozionava di più in assoluto.
Sarai presente al concerto del Primo Maggio come vincitore del contest 1MNext. Che esperienza è
stata prendere parte al contest e cosa ti aspetti dal palco del Circo Massimo?
Il contest è stato logisticamente complesso, io e i tre poveracci che mi accompagnano da Ancona non
avevamo una macchina a disposizione quindi per la finale a 12 partecipanti ci siamo arrangiati alla
meglio coi treni. Ma è stato super divertente!! Fa piacere pensare di essere arrivato fra i primi tre
progetti preferiti dalla giuria. E riguardo al primo maggio, boh io ancora non ho realizzato bene.
Quanta gente ci sarà? Quanto è grande il palco del circo massimo? Tutte domande a cui non sono
pronto a ricevere risposta.
Nell’ambito del concertone sarà decretato il vincitore assoluto. Cosa significherebbe per te ricevere
questo riconoscimento?
Sarebbe una bella carica! Noi (io e i ragazzi con cui suono) siamo terzi in classifica dopo le finali, quindi
ci punto abbastanza poco. Se dovesse succedere sarebbe una bellissima notizia, altrimenti suoniamo al
primo maggio quindi direi che abbiamo vinto in ogni caso.
Grazie e in bocca al lupo!
Come nasce la tua passione per la musica?
Penso sia nato tutto grazie alla mia famiglia, la musica è sempre stata una
presenza fissa in casa, dalle mattinate “Battistiane” insieme a mia mamma, alla
cultura r&b anni ‘90/’00 assorbita per osmosi da mio fratello fin da piccola, ma soprattutto dai lunghi viaggi estivi in macchina direzione Calabria: noi quattro
su una Multipla grigia a cantare a squarciagola Giorgia, Lucio Battisti, Dionne Warwick. Ho ritrovato filmati che documentano le mie “performance” in
salotto già dall’età di 3 anni ahah o di spettacoli creati ad hoc da me e mia cugina in occasione dei pranzi/cene di famiglia con i parenti: io al centro a mo’
di palco che cantavo I’m Outta Love di Anastacia e lei che ballava, mi strappano sempre un sorriso.
Sarai presente al concerto del Primo maggio come vincitore del contest
1MNext. Che esperienza è stata prendere parte al contest e cosa ti aspetti dal palco del Circo Massimo?
Devo dire che è stato stimolante e divertente fin dall’inizio, già a partire dalla
semifinali con l’interazione dei voti del pubblico, il sostegno da parte di chi mi
segue da sempre si è rafforzato ancora di più, era quasi diventato anche un loro
sogno portarmi su quel palco. Inoltre anche durante le finali che si sono svolte
a Roma ho respirato un bel clima, disteso, sia da parte della giuria che degli
altri artisti, e non è per nulla scontato, l’ho apprezzato molto.
Quando ho ricevuto la notizia di essere tra i 3 vincitori del contest sembravo
impazzita, ho alternato salti e urla a pianti di gioia tutto il giorno. Per me significa molto poter salire su quel palco e far sentire la mia musica ad un pubblico così numeroso: era uno di quei sogni conservati nel cassetto da tempo, innumerevoli le volte in cui ho immaginato di essere lì sopra ed ora
succederà per davvero. Non vedo l’ora di essere su quel palco e spero di non svenire dall’emozione ahah. Sicuramente darò tutta me stessa e cercherò di godermi ogni istante, penso che sarà una bella botta di adrenalina.
Nell’ambito del concertone sarà decretato il vincitore assoluto. Cosa significherebbe per te ricevere questo riconoscimento?
Sarebbe la ciliegina sulla torta a coronamento di questa esperienza pazzesca. Detto ciò però per me il vero riconoscimento è già quello di poter cantare sul palco del Circo Massimo, non ringrazierò mai abbastanza la giuria per aver creduto nel mio progetto e aver visto in esso quella scintilla in più. E’ davvero un sogno che si realizza e ripaga tutti i sacrifici e i no ricevuti in questi anni, ed oggi per me vale il doppio perché sono arrivata qui contando unicamente sulle mie forze, da indipendente, credendoci ogni giorno di più.
Grazie Francesca per il tempo e l’attenzione che mi hai dedicato.
Ciao ragazzi benvenuti su In Loop Mag! Come nasce la vostra passione per la
musica?
Ciao e grazie! La nostra è una passione che nasce da piccoli. Ci siamo
conosciuti alle superiori e già ognuno di noi suonava il suo strumento da qualche anno quindi possiamo direi che siamo cresciuti con la musica.
Il vostro nuovo progetto “Rave” parla delle emozioni dei ragazzi di oggi. Una di queste, l’ansia, dilaga nelle giovani generazioni. Come pensate si possa combattere e la musica può avere un ruolo fondamentale?
Mettiamo il vissuto dei ragazzi come noi al centro delle nostre canzoni. L’ansia
è un sentimento che accumuna tutti, chi più chi meno e deriva soprattutto dall’incertezza e dall’imprevedibilità del futuro. Probabilmente un buon modo
per attenuarla è cercare di non concentrarci troppo su ciò che ci agita
(specialmente se è qualcosa che non possiamo cambiare) e pensare invece a
vivere bene il presente, magari ascoltando la musica che ci piace e che ci fa stare bene.
Progetti per i prossimi mesi?
I prossimi mesi saranno caratterizzati da scrittura e live. Ci siamo già rimessi con carta e penna a scrivere nuovi pezzi e soprattutto ci stiamo dedicando a
fare più concerti possibile per conoscere tante persone e farci conoscere con la
nostra musica.
Ciao Centherbe! Benvenuto su In Loop Mag.
Come nasce la tua passione per la musica e come ti sei avvicinato ad essa?
Dunque, la mia passione per la musica nasce sin da quando ero piccolo. Ho
sempre adorato cantare e soprattutto scrivere. Ho fatto i primi ascolti usando il
walkman di mia sorella. Mi mettevo sul letto con le cuffie a cantare a
squarciagola Vasco Rossi, Baglioni, Battisti. Quando mio padre mi portava a
giocare a calcio, cantavo sempre le canzoni di Franco Califano. A 16 anni, un
mio caro amico che aveva un sacco di vinili mi fece una compilation in cassetta
con un sacco di gruppi stranieri tra cui THE SMITHS, LOU REED (e VELVET
UNDERGROUND), IGGY POP, URGE OVERKILL, BEATLES. Da lì mi sono
appassionato tantissimo alla musica degli anni sessanta e settanta, ponendo
come gruppi di riferimento principali per i miei gusti sicuramente i Doors,
Velvet Underground e Led Zeppelin. Durante la fine degli anni novanta c’era
una bella scena indipendente in Italia e tra tutti il gruppo che più mi ha colpito
è stato sicuramente quello della band bergamasca dei Verdena. Ho visto un
sacco di concerti. Ai tempi, ho avuto anche il piacere di conoscerli e proprio lo
scorso anno, in occasione dell’uscita del loro ultimo disco “VOLEVO MAGIA”,
sono stato a vederli a Firenze e devo dire che non hanno perso lo smalto.
Il mio primo disco è stato auto prodotto nel 2006, dal titolo omonimo
“Centherbe” (mio pseudonimo). Nel 2009, con Billy Boy e Sergio Innocenti
abbiamo fondato la band rock A SMALL DOCUMENT. Nel 2011 da questa band è
nato il disco “The New Middle Ages”. Un album estremamente rock,
psichedelico, grunge, garage. È stato un lavoro che mi ha dato molto e in cui
mi sono cimentato nella scrittura di brani in inglese.
Parlaci del tuo nuovo singolo “Nessun giorno torna”. Anticipa il tuo intero progetto? Come è nato?
Sì, è il primo singolo di un lavoro di dodici tracce che uscirà a giugno.
Ricordo inoltre che a fine aprile è in progetto l’uscita del secondo singolo.
Il singolo “Nessun giorno torna” è nato facendo delle riflessioni sulla vita degli
anni ottanta, novanta, primi anni del duemila. È uno spaccato della mia
generazione, quella nata negli anni settanta-ottanta. Volutamente ispirata a un
mood beatlesiano è stata un’occasione per rendere omaggio a una delle band più influenti di tutta la storia della musica. Questa generazione è passata dalle
chat di mIRC all'interattività totale di Instagram, Facebook e Tik Tok, passando
per Myspace, il primo “social“ dove potevi caricare la tua musica. Avevamo dai
quindici ai trent'anni quando abbiamo chiuso un secolo aprendo un millennio. Siamo stati un po’ come dei kamikaze, lanciati in picchiata su un cambiamento
continuo e velocizzato a cui non eravamo abituati. È chiaro quanto oggi la
velocità sia all'ordine del giorno e ormai siamo stati costretti ad abituarci, ma in
questa velocità si perdono inevitabilmente moltissime sfumature dei rapporti umani.
Spesso ci confrontiamo con una realtà molto arida e c’è bisogno di molta
fantasia per sopravvivere.
Progetti per il futuro?
Nel futuro più imminente, oltre alle uscite di cui parlavo all’inizio, uscirà un
piccolo libretto contenente tutti i testi delle mie canzoni pubblicate fino ad
oggi.
Stiamo lavorando insieme a tutto il mio staff per cercare di organizzare più live
possibili questa estate e soprattutto il prossimo autunno - inverno.
Sicuramente a gennaio 2025, ci saranno altre sorprese.
Ciao Niccolò!Benvenuto su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica?
Sicuramente mio padre, con le sue note di jazz, funky e r&b che hanno
cullato la mia infanzia,insegnandomi la bellezza del ritmo e della melodia.
E un’altra folgorazione l’ho avuta in un’aula occupata alle superiori, dove
un gruppo di ragazzi suonava i Nirvana. La voce graffiante e la chitarra
distorta hanno travolto il mio cuore, mostrandomi la potenza della musica
come espressione di libertm e ribellione. Da allora, la musica è la mia colonna sonora, un viaggio infinito di emozioni e scoperta.
Parlaci del tuo nuovo disco “Due volte uno”. Come è nato?È autobiografico?
Il mio album “Due volte uno” si presenta come un viaggio intimo,
permeato di riflessioni sulla vita, sull’amore e sull’infinito, con sette tracce che si dipanano nel mio mondo interiore. Pur essendo prevalentemente pop, offre spunti profondi se ascoltato con attenzione.
Durante la sua gestazione, mi sono immerso in saggi di filosofia orientale e ho lasciato che le esperienze di un viaggio in India permeassero la mia scrittura. Il disco è nato così, dalla fusione di molteplici influenze non cercate, che hanno plasmato il suo contenuto.
Mi piace tessere metafore nei testi, unendo razionalità e fantasia per coinvolgere l’ascoltatore in un viaggio sensoriale e intellettuale, dove ogni
traccia è un frammento della mia anima esposta.
Progetti per il futuro?
A breve inizierò a scrivere il nuovo disco che spero sarm pronto per fine anno. A fine Aprile sono in studio per un live in streaming e poi sto
collaborando con Michela Priuli e Giulia Gaudenzi (rispettivamente coreografa ed attrice)alle musiche di una coreografia di danza che sta girando per l’Italia.
Grazie a presto!
Ciao Sergio, come nasce la tua passione per la musica?
La passione per la musica nasce grazie a mia madre, ha sempre ascoltato tanta musica di ogni genere,ci ha trasmesso questa passione sin da piccoli.
Nel tuo nuovo singolo “Forse forse” racconti la tossicità delle relazioni. Che distinzione esiste secondo te tra amore sano e malato?
L’amore sano è quello dove non hai paura di dire a chi hai vicino quello che realmente vuoi dire, l’amore vero è libero nelle scelte, l’amore sano è attento e spontaneo…essere sempre se stessi non ha prezzo ma non è scontato…
L’amore malato è una dipendenza, una droga di cui non vuoi fare a meno per egoismo o per avere il controllo delle cose o della persona ..sai che non stai bene ma continui a cercare delusione e sofferenza.
Progetti per il futuro?
Progetti per il futuro..ho un progetto a cui sto lavorando da tempo, non vedo l’ora di farvelo ascoltare, poi vorrei suonare, fare live.
Ciao e benvenuto su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica e come ti sei avvicinato ed essa?
Da piccolo ne ascoltavo tanta e le andavo dietro, come adesso. Mi sono lasciato trasportare sempre. Ho iniziato a studiare chitarra alle scuole medie, mi piaceva così tanto che poi ho iniziato a scrivere. Con la musica ci si emoziona obbligatoriamente, è questo.
Parlaci di “Cerchio”, il tuo nuovo singolo. Come è nata la sua realizzazione?
L’ho scritta su un arrangiamento di Vincenzo Mario Cristi. La melodia mi ha portato a scrivere così, di questa malinconia; è nata molto di getto e questo dà ancora più senso alla canzone.
Progetti per il futuro?
Per il futuro, sono concentrato sull’uscita dell’Ep. Mancano ancora due canzoni da goderci poi si vedrà!
Ciao ragazzi, benvenuti su Inloop Mag! Come nasce il vostro gruppo e come vi siete avvicinati alla
musica?
Seininlove è il figlio che ho voluto quando ho saputo di non poterne avere in carne ed ossa. Ho
cominciato a scrivere brevi testi che percepivo già come se fossero delle song e in nove mesi sono
nati una dozzina di pezzi di cui otto sono stati arrangiati e pubblicati nel disco che è appena uscito.
Presente da sempre un musicista eccezionale, Pierluca Proietti, ne ha curato con me armonie e
strutture. In seguito abbiamo cercato persone a noi affini e in un paio d’anni si è strutturata la
band che oggi è con noi, Federico Pozzi al basso, Alessandro Grande alla chitarra e Strueia alla
batteria. Tutti hanno già loro progetti alle spalle nell’ambito della scena indipendente ciociara, da
sempre molto attiva e legata ad etichette come “42 Records” o “Mia Cameretta”. Tutti abbiamo
sempre suonato per urgenza e passione.
“Hey you? Have you found God?” è un concept album, ha un unico filo narratvo? Come lo avete
realizzato?
Sì, c’è un unico filo narrativo che è la cronistoria di una crisi esistenziale partita dal non poter avere
figli e degenerata poi in ogni aspetto della mia vita. Chiaramente mi sono giocata il tutto per tutto,
ho smantellato ogni angolo della mia esistenza per Esserci e non semplicemente Essere, come
suggerisce Martin Heidegger. Ho abbandonato un amore per abbracciarne un altro con cui
Paradiso e Inferno si sono alternati e sublimati nella musica, ho smesso di credere in ogni forma di
spiritualità per poi trovarne una omnicomprensiva e più autentica, ho rinnegato ogni credo
politico per poi tornare alle origini di un comunismo davvero solidale. È stato relaizzato in due
sessioni di registrazione a Rimini, presso Farmhouse, con musicisti diversi e la mia voce come
unica costante. Parte è stata realizzata direttamente in studio, parte in prova e poi cesellata
durante la registrazione. È totalmente e volutamente autoprodotto.
Progetti per il futuro?
Per ora ci stiamo concentrando sulla diffusione di questa musica e sul farla ascoltare in giro più
possibile: sono convinta che ascoltarci dal vivo sia indispensabile per fruire pienamente di questo disco. Poi stiamo già lavorando a qualcosa di nuovo con una collaborazione ancora più intensa e condivisa. Io in particolare sto sperimentando la scrittura in italiano, che poco mi risuona, e soprattutto quella in ciociaro, il dialetto delle mie origini, che invece trovo più immediato e interessante da mescolare anche con un po’ di elettronica. E poi vorrei fare un secondo cammino di Santiago, il portoghese, e innamorarmi di qualcuno che sappia amarmi e non smembrarmi.
Ciao ragazzi! Benvenuti su In Loop Mag! Come nasce il vostro duo e come vi siete avvicinati alla musica?
Grazie a voi ragazzi! Come band nasciamo alla fine del 2019, un po’ come un
sogno di due amici per la musica, un po’ come percorso di terapia. Siamo Malati Immaginari di nome e di fatto, e la nostra musica ci ha aiutato a“guarire” dai nostri problemi, e il nostro nome simboleggia un po’ il cambio di
rotta della nostra vita, da quando abbiamo trasformato le nostre debolezze in punti di forza. Nel nostro passato abbiamo avuto singolarmente altre esperienze nel metal, nel punk e nell’alternative, ma nulla che valga la pena
ricordare. Siamo rinati come Malati Immaginari, e questo è quello che conta.
Parlateci del vostro nuovo singolo “I love you”. Fa da apripista a un intero progetto?
Esatto. I Love You anticipa il nostro secondo EP “Emostatico”, che vedrà la luce a marzo. Sarà una raccolta di cinque tracce tutte provenienti dalle stesse session, prodotte da Alessandro Forte, già Disco di Platino con Aiello. Il sound
complessivo seguirà le coordinate di I Love You, nate dal nostro amore per la
darkwave con influenze disco ed elettro anni Novanta. Il mood del lavoro sarà malinconico e claustrofobico come I Love You, ma di fatto è un po’ il nostro marchio di fabbrica. Sarà un disco per noi sperimentale, dove ci siamo divertiti
a esplorare mondi sonori per noi inediti, che di fatto veniamo dalla musica live.
Progetti per il futuro?
Sicuramente continueremo il nostro tour nazionale di supporto ad artisti come
Meganoidi, Pierpaolo Capovilla, Young Signorino. Negli ultimi due anni abbiamo suonato in 130 posti diversi, e per noi questo è motivo di estremo orgoglio, un
po’ come un sogno che si avvera. Poi il 2024 sarà un anno ricco di uscite per
noi. Oggi I Love You, domani l’EP “Emostatico” che concettualmente sarà
legato a un altro EP che vedrà la luce entro la fine dell’anno. Siamo molto emozionati e allo stesso tempo non vediamo l’ora di veder aumentare la nostra
discografia!
Ciao ragazzi! Benvenuti su In Loop Mag! Come nasce il vostro gruppo e cosa rappresenta per voi la musica?
Ci siamo incontrati quando Alberto è venuto in America a trovare un
amico comune. Abbiamo subito scoperto di amare entrambi la musica, la vita e la filosofia. Il giorno successivo, Alberto è venuto a stare da me per
tre settimane consecutive, durante le quali abbiamo scritto e registrato la maggior parte del nostro primo album. Queste canzoni stanno uscendo ora.
Entrambi sentiamo che la musica è un linguaggio universale che ha il
potere di unire persone in tutto il mondo. È una forma viscerale e immediata di interazione con l’universo. A differenza della pittura o della
scultura, la musica è ci ò che è nel momento presente e nient’altro.
Parlateci del vostro nuovo singolo “Still Here”.
“ Still Here” è una celebrazione e una confessione dei pericoli impliciti nel
percorso della vita. È un accettare il fatto che tutti abbiamo bisogno di
aiuto a volte. È anche una lettera di ringraziamento alle persone che ci hanno aiutato in passato.
In cosa è in chi secondo voi si può trovare amore e accettazione al giorno d’oggi?
A nostro parere, si possono trovare ancora ovunque. I forum digitali in cui
partecipiamo sono spesso buchi neri per l’emozioni. Ma se ti imponi di uscire e parlare con il prossimo, pi ù spesso di quanto immagini, ti troverai di fronte a un essere umano ricco di amore ed accettazione.
Progetti per il futuro?
Sì ! Nei prossimi mesi pubblicheremo il resto del nostro primo album e stiamo lavorando al prossimo! Alberto ed io abbiamo anche progetti solisti che usciranno nel 2024. Quello di Alberto si chiamer à “ Alberto
Dante ” , mentre il mio sarà pubblicato con il nome “ The Garret Rhea Trio ”.
grazie e in bocca al lupo!
Ciao e benvenuto su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica?
Ciao, grazie! La passione come “fan” è nata da bambino, tra le musicassette di mia madre, i video
musicali in tv ed i concerti fuori la finestra; abito in una zona di Napoli dove negli anni ‘90 si
facevano tantissimi live. Da musicista, invece, è nata prima come batterista: ho suonato per vari
anni in vari gruppi punk e rock. Prima ancora di appassionarmi al punk ho avuto anche una fase
“rap” dove scrivevo lunghi testi su dei beat, mi è sempre piaciuto scrivere in generale. Da
produttore, invece, è nata da un software di produzione musicale uscito dai cereali quando ero
bambino, mi divertivo tantissimo a creare canzoni eurodance (è un genere che tuttora amo alla
follia). Poi, per anni, ho messo in pausa i miei rudimenti da “producer” per riprenderli più in avanti
col mio progetto solista.
Nel tuo nuovo progetto “CARPE DIE” il cantautorato si fonde con influenze rock ed elettroniche.
Pensi che generi così diversi possano completarsi?
Se ce l’hanno fatta Ray Charles e Toto Cotugno e i fagioli con le cozze, tutto è possibile.
Progetti per il futuro?
Ho centinaia di canzoni scritte, voglio concentrarmi sulla lavorazione delle produzioni per i prossimi dischi. Sicuramente lavorerò anche ai video musicali, ma a quello ci penso sempre alla fine.
Ciao ragazzi! Benvenuti su In Loop Mag! Come nasce la vostra passione
per la musica e come si è creato il vostro gruppo?
Il gruppo con la formazione attuale nasce qualche anno fa anche se i fuoricentro sono una band del milanese di vecchia data. La passione nasce già
in adolescenza anche se ognuno di noi ha una storia differente.
Parlateci del vostro nuovo singolo “Ossessioni parallele”. Da cosa siamo
ossessionati secondo voi nella società di oggi?
Ossessioni parallele vuole essere in breve un riassunto di quelle che sono le
tante fissazioni attuali: dai telefoni, al fast fashion, all'alimentazione
spazzatura, agli eccessi di cui una parte del mondo beneficia, mentre un'altra
parte di mondo vive nella miseria. La cultura del consumismo spinto che sta
portando anche al declino repentiko del nostro pianeta.
Progetti per il futuro?
La pubblicazione di un Ep che a breve faremo uscire
Ciao Adolfo, benvenuto su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica?
La mia passione credo sia nata nel momento in cui non trovavo più nella danza,
prima forma artistica a cui mi sono approcciato in età giovanissima, la mia espressività. Ho sentito il bisogno di qualcosa che mi completasse davvero:
attraverso la voce ho capito che avrei potuto realizzare ogni mio sogno, primo
fra tutti emozionarmi e di conseguenza, speriamo, emozionare.
Parlaci del tuo nuovo singolo “La vita che va”. Come è nata la sua realizzazione e cosa rappresenta per te?
Il brano è nato dalla collaborazione storica con un team di autori coi quali avevo già fatto un album molto importante, “Libertà “, il mio primo disco di
inediti (2014) e la cui title track mi ha permesso di vincere “Voci per la Libertà-
Una canzone per Amnesty, il festival per i diritti umani, nella sezione
emergenti. Da lì, sono seguiti altri album, che mi hanno permesso di
attraversare generi e stili differenti sotto la produzionedi Alberto Lombardi. Qualche anno fa, Enrico Andreini, compositore e produttore del brano mi
chiama per dirmi che con Sandra von Borries avevano scritto dei nuovi brani
per me, fra questi anche “La vita che va”. Siamo tornati a collaborare e a
ricomporre quella sinergia e quella magia che avevamo ricreato nel nostro primo disco di inediti. Rappresenta una nuova fase artistica e una
consapevolezza diversa nell’uso della mia voce.
Progetti per il futuro?
Per ora sono concentrato sulla promozione di questo singolo, che è appena
uscito e che, dai primi feedback, mi sta dando grandi soddisfazioni. Seguiranno
altre cose, ma credo sia prematuro parlarne in questo momento.
Ciao Biagio e benvenuto su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la
musica e come ti sei avvicinato al genere indie?
Ciao e grazie per l’accoglienza su In Loop Mag! La mia passione per la musica è
nata durante l’infanzia, ma è esplosa verso i 15 anni quando ho iniziato a scrivere
canzoni. Inizialmente attratto dal folk e dai cantautori, mi sono avvicinato al
genere indie - inteso come musica pop, leggera e fruibile - negli ultimi 3-4 anni.
Prima nel mio sound si sentiva molto di più il peso delle influenze cantautorali, poi
le cose sono cambiate ed ho iniziato ad utilizzare suoni anche più elettronici e a
sperimentare. Questo passaggio ha arricchito la mia prospettiva musicale,
permettendomi di mantenere comunque le mie radici.
Raccontaci qualcosa in più sui tuoi ultimi singoli “Ancora un po’” e “Veronica”.
In che periodo della tua
vita sono stati scritti e cosa rappresentano per te?
Entrambi i singoli, “Ancora un po’” e “Veronica”, sono nati da spunti creativi che ho
avuto in mente per un paio di anni, ma li ho completati a settembre di quest’anno.
La mia abituale metodologia di scrittura inizia con il ritornello, che diventa il punto
focale emotivo da cui sviluppo le strofe. Queste canzoni segnano il mio ritorno
musicale dopo quasi due anni dal mio ultimo album, “Università”, e sono
entusiasta di condividere questa nuova musica con il pubblico.
Progetti per il futuro?
Certo, ci sono diversi progetti per il futuro. Siamo solo agli inizi! Oltre ai brani
attuali, stiamo pianificando la pubblicazione di altri due singoli nelle prossime fasi.
Nel 2024, uscirà il mio nuovo album che mi porterà poi in tour in tutta Italia. Sono
molto emozionato all’idea di condividere nuovi brani e di intraprendere questo
nuovo viaggio.
Ciao Delalibra e benvenuto su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica?
Grazie mille Loop Mag! Piacere mio! La passione per la musica nasce all’età di 8 anni quando ho iniziato a studiare pianoforte. Successivamente all’età di 13 anni ho iniziato un percorso alla B.S.M.T., Scuola di Musical di Bologna, che mi ha portato ad amare il canto e così ho iniziato a cercare una strada per condividere il mio messaggio, la mia visione e la mia estetica.
Raccontaci di più sul tuo nuovo singolo Needle. Pensi che l’uso dei colori e gli outfit possano dare un valore aggiunto al brano e in generale al significato che si vuole dare a una canzone?
Assolutamente sì! Penso che utilizzare gli outfit per comunicare un messaggio, un’idea, un’estetica, sia più che rilevante. Credo sia una delle molteplici strade per far sì che lo spettatore si ricordi molto più facilmente della canzone associando così Needle a dei colori chiari, pastello e argento e un’estetica carica piena di catene e borchie ma anche eleganza che è ciò che contraddistingue il mio singolo d’esordio.
Progetti per il futuro?
Ho numerose tracce pronte che aspettano di essere rilasciate, una più diversa dell’altra. Spero vivamente che ciò possa accadere molto presto! Nel frattempo sulle mie pagine social potete rimanere aggiornati con contenuti piuttosto originali che vi daranno l’occasione di conoscere al meglio il mondo di Delalibra. Sto lavorando a diverse cose quindi state pronti che avrete del materiale interessante molto presto!
Ciao e benvenuto su In Loop Mag!Come nasce la tua passione per la musica e come ti sei avvicinato al rap?
Ciao a tutti! La passione per la musica e quella per il rap quasi coincidono temporalmente: verso i 14 anni ho iniziato ad ascoltare più musica ma rimaneva un ambito marginale della mia vita, a 17 invece grazie ad un’esperienza all’estero e ad un amico in particolare mi sono completamente innamorato del rap.
Parlaci del tuo nuovo singolo “Tram” ambientato a Torino. Che rapporto hai con questa città?
Tram nasce proprio alla fermata del tram, un mezzo caratterizzato dai fili, i binari e il conducente che lo portano alla meta, in un periodo in cui molti invece si sentono persi, ed è proprio alla fermata del tram che ci si può perdere un po’, in attesa della prossima corsa, osservando la danza frenetica della città, con tutta la gente che passa, che sia sui mezzi, in auto, a piedi o in bici, e con tutti gli elementi urbani che costruiscono un bellissimo scenario. Per quanto riguarda il rapporto con la città io l’apprezzo molto: è una città che offre tante opportunità ma resta a misura d’uomo, trovo molta gente cordiale, amo l’estetica del posto e mi piace molto che sia variegata culturalmente.
Progetti per il futuro?
Far uscire altri brani che ho in serbo e cercare un’etichetta o preparare uno spettacolo live, in più sicuramente migliorare le mie capacità sul lato promozionale.
Ciao Steve, benvenuto su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica?
Ciao ragazzi grazie mille dell'invito , la mia passione per la musica nasce da quando ero bambino , mia Zia cantava in un gruppo blues e crescendo ho sempre ascoltato musica di vari generi e mi sono sempre più legato ad essa in particolare al Rap/Hip-Hop Old School.
Parlaci del tuo nuovo progetto “(Dis)senso”. È autobiografico? Come è nata la sua realizzazione?
Si è in parte un progetto autobiografico , la sua realizzazione nasce dal pensiero di voler creare un progetto che non parlasse delle stesse tematiche di molti altri dischi, ma che fosse essendo il mio primo disco una sorta di biglietto da visita di come sono sia come artista, che come persona.
Progetti per il futuro?
I miei progetti per il futuro sono di scrivere sempre più canzoni e album, perchè è ciò che ho sempre voluto fare ed è il mio più grande sogno.
Ciao Eleonora, benvenuta su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica? Da cosa deriva la scelta del tuo nome d'arte?
La mia passione per la musica è iniziata fin da giovane. Ho iniziato a studiare canto moderno a 11 anni e canto lirico a
14 anni. Il nome d'arte "Lynora" è stato suggerito da un errore di pronuncia da parte della mia amica indiana Daljit.
Parlaci del tuo nuovo singolo "1000 spine" e del tuo nuovo disco. Come è nato l'intero progetto?
“1000 spine" è un brano che ho co-scritto con Marco Canigiula ed è una canzone che esprime la mia personalità complessa e passionale. È uno dei pezzi estratti dall'album "Enea," il mio primo album in uscita il 22 settembre. Questo disco rappresenta un capitolo fondamentale nella mia carriera ed è stato scritto e prodotto con grande dedizione.
Progetti per il futuro?
Per quanto riguarda i prossimi progetti, continuo a lavorare sulla mia musica e spero di poter condividere nuova musica con i miei fan in futuro. Sto anche considerando nuove opportunità di esibizioni dal vivo e collaborazioni musicali. Restate sintonizzati per ulteriori novità!
Ciao e benvenuto su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica e da quale cantautore del
passato ti senti maggiormente influenzato?
Grazie per l’invito. La mia passione per la musica nasce da giovanissimo; era l’estate dell’ ‘88, quella
dell’europeo di Van Basten, e per me la prima volta che mi innamorai, con le canzoni di Vasco Rossi
(soprattutto Non l’hai mica capito) a farmi da colonna sonora; poi arrivò l’amore per il cantautorato più
tradizionale, e per la scuola genovese in particolare.
Parlaci del tuo nuovo singolo “Back Home”. Come è nata la sua realizzazione?
La canzone parla della difficoltà di lasciarsi quando “ l’amore che strappa i capelli è finito ormai”, anche se - anzi, proprio perché - rimane un grandissimo affetto a confonderci.
Progetti per il futuro?
Promuovere al meglio il disco in uscita il 10 novembre, che contiene oltre a Back Home altre dieci canzoni. E poi in primavera potermi esibire dal vivo con la mia band nei club e nei teatri.
Ciao e bentornato su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica e cosa rappresenta per te?
Ciao, è un piacere condividere sul vostro webzine, grazie. La passione per la musica mi sembra
essere stata parte di me fin dalla nascita, e chissà, potrebbe persino risalire al momento del
concepimento. Forse dovrei chiedere ai miei genitori per saperne di più a riguardo. Nel corso
della mia vita, ho notato che la mia passione per la musica ha sempre seguito il mio percorso di crescita personale.
Recentemente, sono giunto a una convinzione sempre più profonda: se le vibrazioni
costituiscono la base stessa dell'universo, come suggeriscono le più recenti scoperte in campo
di fisica, allora la musica rappresenta una porta per acquisire una consapevolezza superiore
della realtà. Essa ci permette di connetterci con le profonde e misteriose armonie che
permeano l'intero cosmo, aprendoci a una comprensione più profonda del nostro posto nell'universo. La musica diventa così una via di esplorazione della realtà, un veicolo per
scoprire segreti nascosti e per connettersi con la bellezza intrinseca dell'esistenza.
Parlaci del tuo ultimo singolo “Controcorrente”scritto in collaborazione con Filippo
Marchioni. Come è nata la vostra collaborazione?
"Controcorrente" si propone di esplorare il tema delle relazioni, che stanno diventando sempre
più complesse nell'era dei facili contatti sui social media. Nonostante la possibilità di
connettersi con gli altri virtualmente sia estremamente semplice, sembra che questa facilità
abbia un effetto negativo sulle relazioni umane, rendendole più superficiali e meno durature. A
differenza dei rapporti nella vita reale, quelli online spesso rispecchiano le tendenze e le
influenze delle aziende che li controllano, spingendo le persone a conformarsi o a cercare di adattarsi alle aspettative commerciali. Questo può far sì che, quando ci si discosta dalla norma,
si rischi di sentirsi soli nel tentativo di stabilire connessioni virtuali significative.
La mia amicizia con Filippo è una connessione che risale a molto tempo fa. Abbiamo condiviso
un lungo tratto di strada insieme, ed è stato un piacere rafforzare il nostro legame attraverso la
collaborazione nella scrittura del nuovo disco. Vorrei cogliere questa opportunità per
ringraziarlo, anche se so che lui modestamente direbbe: "Ma io non ho scritto nulla, lui è completamente autonomo!"
Forse perché a volte, non ci si rende conto del piacere straordinario che deriva dalla
condivisione di pensieri, dal poter scherzare e ridere insieme anche di situazioni difficili. La
collaborazione è stata un'esperienza gratificante che ha arricchito il nostro rapporto e la
creatività musicale.
Progetti per il futuro?
Il prossimo anno segnerà il lancio del mio secondo album intitolato "Demofonia". Prima
dell'uscita dell'album, pubblicheremo un nuovo singolo inedito per anticipare l'emozione e
l'attesa dei fan. Negli ultimi due anni, ho avuto l'opportunità straordinaria di collaborare con Roleda, un talentuoso artista di origine curda. Insieme, stiamo lavorando instancabilmente per
creare un'esperienza musicale unica e coinvolgente.
Siamo entusiasti di annunciare che stiamo attualmente pianificando un tour live emozionante
che si terrà la prossima estate. Durante questo tour, presenteremo il nostro nuovo album e ci
esibiremo in concerto dal vivo per condividere la nostra musica con il pubblico. Sarà
un'occasione speciale per creare momenti indimenticabili e connetterci con gli appassionati della nostra musica. Restate sintonizzati per ulteriori dettagli e le date del tour!
Ciao Eva , benvenuta su In Loop Mag ! Come nasce la tua passione per la musica?
Ciao a tutti, è un piacere essere qui con voi! Dunque, la mia passione per la musica
nasce da piccolissima . Arrivo da una famiglia di artisti e musicisti , mio papà ha sempre suonato e cantato ed è stato lui inizialmente a trasmettermi questa passione bellissima.
Ricordo che la prima volta . e sono salita su un palco a cantare avevo 3 anni !
Sei anche una bravissima tatuatrice . I due campi artistici vanno di pari passo per te e
possono eventualmente avere punti di incontro ?
Dai tempi di X Factor non ho mai mollato il tatuaggio . Ho la fortuna di avere anche
questa grande passione oltre alla musica e se oggi sono riuscita a fare questo disco è
soprattutto grazie ai tatuaggi che mi ha permesso di pagarmelo e portarlo a termine .
Tra l'altro ho da poco ( due settimane ) aperto uno Studio di tatuaggi a Prati a Roma !!
Ottobre 2023 lo ricorderò per sempre , è uscito il mio disco e ho aperto il mio tattoo studio , è davvero un momento bellissimo e pieno di grandi traguardi! Mi piace molto dividermi tra queste due grandi passioni , entrambe creative e artistiche , ho sempre stimoli diversi e di sicuro non mi annoio !!
Raccontaci come nasce il tuo nuovo disco Questa pelle : Come mai hai scelto il sinto ?
" Questa pelle” ha iniziato a prendere forma 4 anni fa , poco dopo il mio trasferimento a Roma . Nasce durante una pandemia , in un periodo di grande introspezione per me .
È frutto di una forte urgenza , il bisogno di portare all'interno della mia musica tutta la
verità su chi sono e la mia identità al 100 % , comprese le mie origini gitane .
Ci sono davvero pochi Sinti che cantano in lingua e se ci sono per la maggiore sono
sconosciuti . Vado molto fiera di questo progetto non solo perché cantare in Sinto mi permette di portare nella mia musica tutta la mia persona e il mio vissuto ma anche perché è un modo per far conoscere la mia cultura che resta ancora oggi sconosciuta e
c'è molta disinformazione a riguardo .
Il nuovo progetto in cosa si differenza rispetto alle tue precedenti esperienze a X
Factor e Sanremo Giovani ?
Si differenzia sotto tanti punti , è diverso il sound , è diversa la lingua , ma soprattutto
sono diversa io . Questo è il mio primo progetto da cantautrice ( a X factor e Sanremo ho
fatto l'interprete ) e oggi sento di avere raggiunto una maggiore consapevolezza rispetto
ai tempi del talent .
Progetti per il futuro ?
L'obbiettivo principale che ho al momento è quello di fare più live possibili in giro per
L'Italia così da promuovere la mia musica e farmi conoscere ! La cosa bella di fare questo
lavoro è proprio suonare live e avere questo scambio meraviglioso con il pubblico che ti
ascolta ! La condivisione è tutto !
Ciao Michela, benvenuta su In Loop Magazine! Come nasce la tua passione per la
musica e cosa rappresenta la musica per te?
Grazie e bentrovati! Come per tutte le mie passioni anche quella per la musica nasce con
me, ho iniziato a cantare fin da bambina e cresciuta in una famiglia dove ascoltare tanta musica è sempre stato un valore imprescindibile. La musica rappresenta la parte più
intima e creativa di me stessa, mi consente di dire e di raccontare molte più cose rispetto
al linguaggio parlato, mi dona vibrazioni emotive intense che nutrono ogni mia capacità percettiva in modo positivo e costruttivo.
Parlaci del tuo nuovo singolo ‘Equidistante’. È autobiografico?
“Equidistante” parla sostanzialmente di uno spazio proprio dove rimanere in un equilibrio
sano, dove poter riflettere e impossessarsi di strumenti adeguati che ci consentano di
elaborare e bilanciare aspetti della nostra vita a volte contrastanti, diametralmente opposti, dolori e gioie, passato e presente, successi e sconfitte, razionalità e sentimento, ognuno
secondo me può trovare una chiave di lettura in questa canzone.
Il brano riflette tantissimo la mia personalità, soprattutto gli aspetti più introspettivi e la ricerca continua di equilibrio al quale anelo da sempre ma che spesso non riesco a
raggiungere. Rivela il mio animo inquieto, il desiderio di evadere anche solo con la testa in momenti particolari della mia vita, fa emergere il mio lato molto combattivo e il senso di
solitudine che a volte vivo dentro di me, una solitudine di cui mi capita di avere anche
bisogno per fare viaggi nei miei luoghi più profondi di me stessa.
È necessario secondo te, in alcune circostanze della vita, restare ‘equidistanti’ da tutto?
E’ fondamentale...non sempre è semplice ma riuscire a gestire le distanze intese in tanti
modi e vivere noi stessi un pò più isolati può intensificare aspetti importanti della vita relazionale, sociale e personale. Per esempio, una conseguenza di chi sa stare da solo è
lo sviluppo dell'empatia. Le persone che sanno vivere bene la solitudine, dedicano più tempo all'osservazione, sia quella interiore che esteriore. Dunque, sono più abili nel capire
cosa sta succedendo agli altri e riescono ad essere maggiormente empatici.
Progetti per il futuro?
Uno dei miei più grandi sogni è sempre stato quello di poter calcare il palco dell'Ariston.
Se non dovessi realizzarlo la mia aspirazione è di continuare a crescere e migliorarmi come artista con tanti altri nuovi brani per dare voce al mio animo e magari agli animi di
tante altre persone, continuando ovviamente a svolgere la mia professione di oncologa di
cui non potrei mai fare a meno e al di sopra di ogni cosa a dedicarmi alla mia famiglia che rappresenta il mio respiro quotidiano.
Ciao Niccolò, benvenuto su In Loop Mag! Come nasce la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica nasce fin da bambino, grazie a mio padre. Fin
da piccolo venivo “bombardato” da musica jazz, soul, funky e pop italiano. Da sempre mio padre colleziona musica in ogni modo, musicassette, radio ed in digitale. La folgorazione l'ho avuta durante un'autogestione alle scuole superiori. Mentre camminavo per la scuola ho aperto un'aula e c'era un gruppo che suonava grunge. Fin da subito mi sono subito innamorato della chitarra elettrica e della composizione. Da quel momento ho iniziato ad ascoltare prima punk, rock, brit rock e pop, poi successivamente col passare degli anni sono passato a musica più complessa (jazz, classica e soul, ho studiato armonia jazz
sia a canto che pianoforte) e infine a tutta quella musica che si lascia
contanimare da vari generi (Gorillaz, James Blake, Chet Faker, Beck, per citarne alcuni).
Parlaci del tuo ultimo singolo "Ricordi". Quando pensi siano importanti i ricordi nel mondo di oggi per mantenere il legame con le nostre origini?
Assolutamente! I ricordi sono importantissimi sia per il presente che per il
futuro. Ma diciamo che bisogna stare attenti a non restarci impigliati. Il mio ultimo singolo, Ricordi, rappresenta un po' lo stato d'animo del disco.
Musicalmente è quella che secondo me (anche insieme ad altri pezzi del disco) rispecchia meglio le solarità dell'album (che uscirà a Febbraio del 2024). È un singolo un po' malinconico, ma molto pop. Parla di una storia d'amore, anche se la storia finisce, l'amore resta. Siamo fatti di ricordi... che lo vogliamo o no.
Progetti per il futuro?
Sicuramente continuare con il tour per farvi ascoltare il più possibile le mie canzoni. Poi scrivere le canzoni del prossimo disco, prepararmi al meglio per il live e continuare con altri progetti che ho in corso. Sto seguendo le musiche di una performace/balletto (Amante di e con Michela Priuli e Giulia Gaudenzi) e mi piacerebbe scrivere musiche per il cinema.
Ciao R1STA, benvenuto su In Loop Mag! Raccontaci come nasce la tua passione per la musica e come ti sei avvicinato ad essa.
Ciao, grazie a voi per l’invito!
Sin da piccolo ho sempre ascoltato musica di ogni genere insieme a mio papà, questo mi ha permesso di arricchirmi culturalmente e di capire che è ciò che voglio fare nella vita
Il tuo ultimo singolo "Telecaster" è una denuncia alla condizione in cui vivono molti giovani di oggi. Pensi che la musica possa avere un ruolo fondamentale nel toglierli dalla strada?
L’obiettivo mio principale è quello di riuscire ad aiutare le persone attraverso la mia musica, tuttavia so che non è una cosa facile riuscire a fare cambiare idea a qualcuno che ormai vive in quel mondo da tanto, ma in caso accadesse ben venga!
Progetti per il futuro?
A settembre uscirò con 3 brani collegati tra loro e inoltre avrò diverse date molto importanti! Se vi va vi aspetto sui miei social.
Ciao Francesco, benvenuto su In Loop Mag! Raccontaci come nasce la tua passione per lamusica. Ti sei avvicinato prima alla musica o alla scrittura?
Ciao ragazzi, grazie dell’invito! Sicuramente la musica è arrivata prima, banalmente perché miopadre l’ascoltava a casa. Sono cresciuto con il rock anni 70/80, la musica leggera italiana e il
cantautorato. Al liceo grazie al mio compagno di banco ho cominciato ad ascoltare il rap, che èstato il genere che mi ha spinto a scrivere le prime canzoni, perché si e matchato perfettamente
con la mia incazzatura adolescenziale, anche se già quando ero più piccolo (più o meno allemedie) mi era capitato di scrivere poesie o racconti.
Il tuo ultimo singolo "Non siamo Crazy in love" feat. Kuban risente di diverse influenze. Credi chediversi generi musicali possano convivere tra loro nella realizzazione di un brano?
Credo che la mia musica sia effettivamente un misto di più influenze. C’è il rap della faseadolescenziale, il pop della fase autoriale (che è il ruolo che ho ricoperto esclusivamente nella
musica fino ad oggi) e l’R&B che è il genere che ascolto di più da 3 anni a questa parte. Perciò si,
credo che possano convivere più anime in una canzone, basta solo miscelarle bene.
Progetti per il futuro?
Sto lavorando a lungo termine, cercando di dare continuità alle uscite. Ho già pronta nuova
musica per dopo l’estate. Se rimanete sintonizzati sentirete…
Ciao e benvenuto su In Loop Mag! Come ti sei avvicinato alla musica e cosa rappresenta per
te?
Scappare dalla realtà avvolgere il tempo per farlo tuo.
Parlaci del tuo nuovo singolo "Baciami così". Come nasce e di quali influenze risente?
È un brano prettamente pop, è nato a casa di un mio caro amico, stavamo sentendo delle basi e
mi è uscita la melodia del ritornello, poi sono tornato a casa di corsa per scriverla.
Progetti per il futuro?
Concerti! sperando bene.
Ciao ragazzi! Benvenuti su In Loop Mag! Come nasce il vostro gruppo
e cosa rappresenta per voi la musica?
Grazie mille! Il nostro gruppo nasce parecchi anni fa ovvero nel 2003 con ben
altra formazione. Negli anni sono cambiati i componenti e se ne sono aggiunti altri fino ad arrivare alla formazione attuale. La musica per ciascuno di noi ha un ruolo vitale poiché compagna di vita, sottofondo di momenti vari e
soprattutto creatività e voglia di comunicare. Ognuno ci mette del suo. La
musica rappresente per noi arte ma anche veicolo per comunicare ciò che
vorremmo arrivasse un po'a tutti affinchè ognuno possa pensare e magari farsi
una nuova idea su una qualche tematica. Noi siamo focalizzati sul sociale
poiché è qualcosa che ci riesce bene perché lo sentiamo in noi, quasi fosse unamissione.
Il vostro singolo "Non è tutto finito" tratta il tema del cambiamento
climatico. Quale ruolo pensate possa avere l'arte per sensibilizzare le
nuove generazioni?
Si, le tematiche sul cambiamento climatico sono di sicuro tra le nostra
priorità. Questo è un momento importante per l'umanità che deve decidere adesso cosa vuol fare di questo pianeta. Non abbiamo più tempo e lo si dice in
tutte le salse ma pare che la miopia sia più diffusa del previsto. L'arte è uno tra
i mezzi più importanti per veicolare certi messaggi che grazie ai social possono
arrivare un po' dovunque.
Progetti per il futuro?
Il futuro per noi vorremmo riservasse tanti appuntamenti e con tante persone a
cui comunicare quello che pensiamo. E siamo ottimisti.
Ciao e benvenuto su In Loop Mag!Come nasce la tua passione per la
musica?
Ciao, grazie a voi per le vostre domande! Ascoltando i vinili di nonna Giorgina,
musica classica e Jazz. Poi le cassette di mio padre, da Zucchero a De André,
Battisti, ma anche PFM e Pink Floyd. Poi c’è stata l’adolescenza dove iniziai a
suonare la chitarra e a comprare i miei dischi. Ora a distanza di tempo credo
che la mia passione per la musica sia nata quando ho iniziato ad intuire che la
musica è un linguaggio espressivo micidiale, che attraversa i muri della Babele linguistica che divide l’umanità. Forse un giorno scopriremo che l’intero
universo è fatto di vibrazioni;) forse ne capiremo le potenzialità.
Il tuo ultimo singolo "Ratti" affronta le dinamiche della politica attuale. Pensi che la musica possa raccontare un periodo storico?
In realtà parla del periodo storico appena passato, che ha gettato le basi per
quello in cui viviamo. Credo che il passaggio storico tra prima e seconda
Repubblica proponga una fotografia che le possa descrivere entrambe. La
musica popolare ha sempre descritto il periodo storico, cantando dei poveri e
dei potenti.
Musica e politica, secondo te, devono rimanere separate o è possibile
tramite la musica esprimere il proprio pensiero politico?
Credo che si debba fare una distinzione netta, per non fare confusione. La
politica intesa come bandiera, credo dovrebbe stare lontana dall’arte. Quando
collide diventa propaganda.
Diversa è la critica al sistema economico liberista, che non ha una bandiera
politica ma che manovra le istituzioni come fossero un circo. Un meccanismo
collaudato che, modellando le opinioni attraverso i media, indirizza l’attenzione
e il consenso verso le scelte politiche a favore degli interessi di chi investe, di
chi paga insomma.
Ciao Maria, benvenuta su In Loop Mag! Come ti sei avvicinata alla musica e cosa rappresenta per te?
Quando avevo 5 anni i miei genitori mi iscrissero in una scuola di musica, scuola che poi sarebbe stata la mia casa per i 20 anni successivi. Lì ho trovato una famiglia, la mia seconda famiglia che mi ha cresciuta personalmente e musicalmente! Mi è stato insegnato l'amore per la musica, il rispetto che va portato ad essa e la professionalità con la quale la si deve studiare ed esprimere.
Parlaci del tuo nuovo disco "Senza tempo". Come lo definiresti e a quali generi si avvicina?
Questo è un album nato prima della pandemia, quando ancora si attraversavano confini per registrare anche solo una traccia di chitarra! È nato dall'esigenza di raccontarmi, di raccontare la mia vita, di come l'ho vissuta, delle sconfitte che ho accettato e anche apprezzato. Lo considero un progetto rock, ma anche classico e surreale! Sono brani che raccontano chi sono, da dove vengo, raccontano la mia evoluzione musicale.
Progetti per il futuro?
Stiamo preparando la presentazione dell'album, ovviamente con un bel concerto live, pieno di energia, collettività e presenza. Spero di potervi conoscere e nel frattempo vi rimando ai miei social per tutte le novità.
Ciao Veronica, benvenuta su In Loop Mag! Raccontaci come ti sei avvicinata alla musica e cosa rappresenta per te.
Mi sono avvicinata alla musica grazie ai miei nonni, i quali all’età di due anni mi regalarono una tastierina giocattolo. All’epoca andavano di moda gli 883, era il 1992. Un giorno i miei genitori mi
sentirono intonare con la tastierina dei pezzettini di melodia della canzone “Sei un mito”, così decisero di portarmi in una scuola di musica locale per studiare pianoforte. All’età di otto anni mi presero a studiare all’accademia Chopin di Padova, con il maestro Marian Mika. Successivamente iniziai a comporre. Per me la musica è una valvola di sfogo e occasione per raccontarmi, mi aiuta a
Ciao e benvenuto su In Loop Mag! Raccontaci come nasce la tua passione per la musica e quali luoghi ti hanno più influenzato nel tuo percorso musicale.
La passione nasce dalle prime lezioni di piano da piccolo, ma poi soprattutto dalla chitarra che ho scoperto perché la suonava mio fratello più grande. Ci sono stati giorni in cui credo di aver
suonato 8 ore di fila. Prima o poi qualcosa di completamente mio doveva venir fuori per forza!
"Club Andromeda" è il tuo secondo disco. Come lo definiresti? Si adatta particolarmente alla
forma live?
Lo definirei un viaggio tutto d’un fiato. Ho immaginato un Club in cui questa musica suonasse, e l’ho chiamato Andromeda proprio in omaggio alla galassia. Volevo far coesistere il beat e le
melodie e volevo che durasse meno di 30 minuti proprio perché deve andare liscio come un drink bevuto alla goccia.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Fare qualche bel concerto e poi registrare il prossimo album che ho già scritto quasi completamente e che a quanto pare non avrà quasi nulla in comune con Club Andromeda.
Ciao e benvenuta su In Loop Mag! Raccontaci come nasce la tua passione per la musica e aquali generi ti senti più vicina.
Ciao! Sono nata in una famiglia di musicisti e la passione è nata automatica, ma e stata
comunque una scelta. per i miei genitori avrei potuto scegliere qualsiasi professione per il miofuturo. Suonavo la chitarra con mio padre e il pianoforte con mia madre, cantavo sempre. A
casa ascoltavamo tanti tipi di musica differenti, i miei due fratelli amavano il jazz e il rock.
Sicuramente mi identificavo piu’ nella musica pop italiana e straniera, ma comunque ascoltavotutto. Ancora oggi è cosi.
Parlaci del tuo ultimo singolo "Mai mai".
MaiMai e’ nato il 27 agosto 2021 da un giro di piano che non smettevo di suonare a loop. Parla dello
stesso ragazzo, protagonista di MareBuio (Il singolo precedente) ma stavolta del suo ritorno, 6 mesi
dopo. Una parte di me aveva trovato un forte equilibrio a stare finalmente da sola, un’altra era ancorainnamorata, voleva capire quello che non gli era stato spiegato, o spiegare il suo punto di vista equindi alla fine sono tornata da lui. Questa canzone rappresenta il loop infinito in cui a volte si cade
quando qualcuno ritorna per poi andarsene di nuovo. Perche’ alla fine è quasi sempre cosi’.
Progetti per il futuro?
Prima dell’uscita dell’Ep, non vedo l’ora di far uscire il mio 4 singolo AlzoilVolume il 30 giugno.
Un’altra grande cicatrice della mia vita: il rapporto con i miei 2 fratelli Daniele e Stefano. Non spoileroaltro.
Mi accontento di gustarmi il presente per non crearmi troppe aspettative. Vorrei tanto suonare livequesti brani, e realizzare tutto come lo avevo immaginato, ma prima i brani devono uscire. Questo è il
mio primo progetto inedito e indipendente, la strada sento che sia lunga ma è quello che voglio fare
nella vita. Un passo alla volta.
Ciao e benvenuto su In Loop Mag! Come ti sei avvicinato alla musica e alla trap in particolare?
Ho iniziato scrivendo parole, frasi e citazioni su quaderni di scuola o pezzi stracciati di carta. Lamusica mi ha permesso di mettere insieme quei pensieri scritti e farli suonare a tempo. Al tempoascoltavo molto musica pop e rap. Nei tempi non c'era così tanta gente che amava come oggiquesto mondo anzi.. chi lo faceva era visto come quello strano del gruppo.Ma un giorno con il
mio amico rich abbiamo iniziato a cantare quei versi, lui facendo il ritornello ed io le strofe rap.
Dopo circa 4 anni ha cominciato a diventare virale la trap italiana, mi sono innamorato di quelmood ed ho trasformato le mie emozioni in trap.
Parlaci del tuo ultimo singolo "Mi fidavo"
"Mi fidavo" nasce da uno sfogo, da quel ricordo di amicizia andato a svanire per mancanza difiducia per un torto commesso lasciandomi in silenzio per tanto tempo. Quel ricordo ha dato
vita ad una risposta che ho cantato con un freestyle improvvisato e poi dopo lavorato con ikigai
studio per rendere il tutto più trap.Il produttore Gabriele Erdi con la sua creatività e semplicitàha dato modo che quella storia poteva dare una risposta a quella persona senza nominarla.
Progetti per il futuro?
Nuovi singoli e collaborazioni con il collettivo Ikigaistudio sono pronti ha dare energia e vitalitàalla mia musica!
Ciao e benvenuta sulle pagine di In Loop Mag! Raccontaci come nasce la tua passione per la musica e per la scrittura. Sono sempre andate di pari passo o la scrittura si è aggiunta in un secondo tempo?
Ciao! Per parlare in termini formali il mio primo approccio con la musica è stato attraverso il violino, però devo dire che ricordo di cantare e cercare di suonare strumenti da sempre. Poi pian piano la cosa ha preso sempre più struttura, ma è stato un percorso piuttosto naturale. La musica ha anticipato la scrittura, ho iniziato a pensare all’idea di scrivere dei brani (e a fare i primi tentativi) quando frequentavo il liceo.
Parlaci del tuo ultimo singolo "Foresta". Come ti senti di definirlo?
È un brano onirico. Abbiamo cercato di rendere l’idea del sogno con la produzione musicale fresca e brillante, con l’arrangiamento vocale e con il susseguirsi di immagini sognanti che si alternano ad attimi di vivida narrazione reale
Progetti per il futuro?
Attualmente c’è un EP in cantiere, che verrà pubblicato dopo l’estate e che realizzerò con Senza Dubbi insieme al mio team di produzione, grazie anche al contributo del Bando Nuove Produzioni Discografiche di Nuovo IMAIE
Per il poi, ho tanti brani nel cassetto che spero potranno nel tempo prendere una nuova forma di insieme, dopo l’EP.
Hi Niia, welcome on In Loop Mag! How was your passion for music born?
Hey Loop! My mother introduced me to music.
She was a classical pianist and became a piano teacher when she became pregnant with me. As I grew older I used to sit under the piano while she gave lessons. Music was always around the house; it felt natural. Once I was old enough I started taking lessons and was hooked ever since.
Did you approach first to the musical side or to the writing one?
It depends on what comes naturally. It tends to be a mix of both. I have a notes file in my phone that has lengthy thoughts, lyrics, poems, etc. It’s basically my portable journal. Sometimes I’ll become obsessed with a line I’ve written and build a whole song around that line. For my new album all the music came first. Then I took all the music and wrote lyrics and melodies to it. But I had the title of the album before both the lyrics and music!
Your last singles anticipate your new record that will be coming out this month. What did inspire it?
The 70’s Al Pacino film called Bobby Deerfield was the main inspiration for my album. I named my album Bobby Deerfiled. Al plays a Formula 1 driver who is depressed and falls in love with a woman who is terminally ill and teaches him about the true meaning of life. The character Bobby Deerfield became a symbol of my own father and also my sense of identity. Using cars as a symbol of the past and future, and also nature was a big influence too..
Have US and its influences played an important role?
I think in some ways it has. Perhaps the biggest influence is my work ethic- For better or worse. But, I tend to look elsewhere for inspiration. Italy especially since it's where my mother is from. I do relate the lifestyle, music & films more from other places outside the US. I recently just went to Tbilisi, and can't wait to go back.
What are your future plans?
My future plans are to tour, and get to Europe very soon! I hope to do a show in France very soon.
I also hope to finish my screenplay and get back into beekeeping
Ciao e benvenuto su In Loop Mag! La musica ha avuto sempre un ruolo centrale nella tua vita.
Da cosa nasce la tua passione?
Nella mia vita la musica c’è sempre stata ma non saprei dire esattamente da cosa nasce: è istintiva.
Quel che è certo, è che fin da giovane, grazie anche ai miei genitori che hanno compreso le mie
attitudini, ho avuto modo di coltivarla, studiare, applicarmi e quindi comprendere che faceva parte
di me. Poi ad un certo punto ho deciso di lasciarmi sovrastare dall’amore per “Lei”, mettendo
anche in discussione una vita che sembrava già pianificata, e da passione è diventata anche una
professione.
L’incontro che mi ha cambiato l’esistenza è avvenuto negli anni 90 ed è stato quello con Paolo
Limiti. Il mio nuovo mondo è iniziato grazie a lui con più di 900 puntante in onda quotidianamente
su RAI 1 e RAI 2, tra cui Ci Vediamo in Tv, Alle Due su Raiuno, Paolo Limiti Show. È stata
un’esperienza professionale, formativa e umana, irripetibile. Limiti mi ha insegnato tantissimo,
dalla scrittura musicale a livello di arrangiamento a creare piccoli numeri, tutto in diretta. Poi tutto
è proseguito con la direzione d’orchestra.
Quanto pensi sia importante lo studio nei giovani per intraprendere una carriera musicale di
successo?
Il consiglio è quello di non rincorrere il successo a tutti i costi. Fondamentale è seguire le proprie
passioni, far evolvere le proprie attitudini, soprattutto per sé stessi, per crescere come persona
completa, capace, che sta bene interiormente. Se si cura questo aspetto, si cresce generosi, amati
dal pubblico e pronti a costruire la propria carriera.
E’ importante studiare e curare costantemente la propria formazione. È fondamentale preparare e
costruire il proprio percorso professionale attraverso lo studio, giorno dopo giorno con serietà e
costanza. Questo è un punto sul quale insisto molto e lo vivo quotidianamente insieme anche ai
giovani che frequentano l’accademia Art Voice Academy. Un luogo dedicato alla musica e al canto
che ho creato nel 2003 e quest’anno compie i suoi primi 20 anni.
Programmi per l'Estate? Cosa ti aspetti dall'edizione di quest'anno del Salieri Extra?
Sarà un’estate ricca di appuntamenti con concerti dalle arie d’opera, al pop, al rock sinfonico fino
alle colonne sonore da film come quelle del grande maestro Ennio Morricone .
Al pubblico del Salieri Extra desidero soprattutto far vivere delle emozioni intense. È una iniziativa
promossa dal Comune di Legnago in collaborazione con il Teatro Salieri e quest’anno apriamo con
una prima nazionale che dopo poche settimane dall’annuncio è già verso il sold out. G iovedì 8
giugno al Teatro Salieri di Legnago (ore 21.00) si svolgerà il concerto “Lucio in Orchestra”. Una
selezione musicale di brani interpretati da Ron, uno dei più importanti e amati cantautori italiani, e
dalle voci soliste di Art Voice Academy, impreziositi dal racconto di episodi inediti di vita vissuta
con Lucio e della genesi di alcune tra le sue canzoni più amate, narrate da Marcello Balestra,
collaboratore storico di Lucio Dalla per oltre 30 anni, tratti dal suo spettacolo e dal libro in uscita
"Lucio c'è". Ad accompagnare il tutto sarà l’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana.
Ciao e benvenuta su In Loop Mag! Raccontaci come nasce la tua
passione per la musica.
Ciao! Grazie mille! La mia passione per la musica credo sia nata grazie ad
alcune persone che hanno influenzato molto la mia crescita, mio papà che ha
sempre ascoltato grandi dischi a tutto volume, la mia maestra delle elementari
che ci ha fatto cantare tantissimo e la mia prima insegnante di canto che mi ha
spronato ad esplorare tanti generi musicali e a coltivare questa mia passione.
Il tuo nuovo disco "Sassolini" si adatta perfettamente alla dimensione
live. Quanto è stato importante il pensiero della forma live nella sua
realizzazione?
Raramente scrivo e produco musica in funzione di altro, cerco di non farmi
influenzare e di seguire l’idea che vorrei contenesse il brano. Però il live è una
dimensione importantissima, stare sul palco mi ha fatto scoprire un lato di me
più energico ed esuberante che prima difficilmente riversavo nelle canzoni e se
è vero che non scrivo in modo che le canzoni siano facilmente riproducibili dal
vivo è anche vero che scrivo per fare i concerti, la vera musica per me sta lì,
fatico un po’ a realizzarne l’esistenza ascoltandola solo dalle cuffie.
Progetti per il futuro?
Un videoclip e tanti live!
E allora un grande in bocca al lupo!
Ciao Eugenio, benvenuto su In Loop Mag. Raccontaci come nasce la tua passione per la musica.
Ciao a tutti e grazie per l’invito a questa chiacchierata. Credo sia una passione innata, creare melodie è stato uno tra mei giochi preferiti, fin da bambino. La conferma che la musica sarebbe stata la mia strada è arrivata da un incontro artistico con il Maestro Bruno Zambrini e Cesare De Natale; mi incoraggiarono a scrivere e da lì non ho più smesso. Nonostante le tantissime difficoltà che un artista incontra, ho rispettato sempre il mio sentire al di là delle mode e delle onde musicali da seguire, proponendo sempre e non snaturando mai l’ispirazione musicale e il messaggio che desidero trasmettere.
Alleluia è un inno alla spiritualità. Quanto pensi sia importante al giorno d’oggi il contatto con la natura e la spiritualità?
La natura è un miracolo, il contatto eleva, eleva sempre, anche verso sentimenti spirituali. Davanti ai nostri occhi la natura è un tramite, un’evidenza innegabile, osservandone la bellezza viviamo il Divino. È importante avere la consapevolezza e mantenere un dovuto rispetto, sentendoci parte integrante di questo miracolo che troppe volte disconosciamo, snaturiamo, sfruttiamo senza riconoscenza, in una corsa inutile che dimentica il valore della vita in ogni forma.
Progetti per il futuro?
L’uscita dell’album che conterrà i singoli usciti e naturalmente nuovi inediti. Siamo in procinto di girare un nuovo videoclip per un brano ancora inedito, si chiamerà “Arcobaleno” e godrà della speciale partecipazione di una grande artista che stimo molto: Mariella Nava
Ciao ragazzi, come nasce la vostra passione per la musica?
VALENTINA: I MIEI GENITORI, CON LA LORO BAND, ERANO IL GRUPPO SPALLA DI RITA PAVONE E QUANDO ERO PICCOLA CONCILIAVANO IL LAVORO CON LA LORO GRANDE PASSIONE, PIU’ DI UNA VOLTA HO DORMITO IN SALA PROVE O SOSTATO
DIETRO LE QUINTE DI QUALCHE PALCOSCENICO. LE MIE NINNA NANNA ERANO CORI
DI 3 O 4 VOCI CHE CANTAVANO BEATLES O IL REPERTORIO ANNI 70/80. A 4 ANNI L’INCONTRO CON IL PIANOFORTE E L’INESAURIBILE NECESSITA’ DI SCRIVERE.
ANDREA: IN FAMIGLIA NE ABBIAMO SEMPRE ASCOLTATA MOLTA, DOMENICHE E
GIRADISCHI DIREI, POI IL PIANOFORTE, LA CHITARRA E LA BAND DEL LICEO!!!
Il vostro singolo "Garbatella" è un omaggio alla città di Roma. Come le vostre
origini romane hanno influenzato il rapporto con il vostro lato artistico?
UNA CITTA’ COME ROMA, DOTATA DI MILLE SFACCETTATURE, PUO’ ESSERE MOLTO STIMOLANTE DAL PUNTO DI VISTA ARTISTICO MA ANCOR PRIMA DAL PUNTO DI VISTA EMOTIVO. NOI ROMANI SPESSO CI DIMENTICHIAMO DELLA FORTUNA CHE
ABBIAMO NELL’ESSERE NATI IN UNA (SE NON LA) DELLE CITTA’ PIU’ BELLE DEL
MONDO, RICCA DI STORIA, DI AVVENTURA, DI TRAFFICO E DI ROMANI, FANTASTICI.
E’ DAVVERO EMOZIONANTE E FORGIANTE VIVERE NELLA NOSTRA CITTA’
Progetti per il futuro?
RIUSCIRE A ROMPERE GLI SCHEMI DISCOGRAFICI RIUSCENDO A FAR ASCOLTARE
ANCHE LE IDEE DI DUE PERSONE “NORMALI”, NON NECESSARIAMENTE RAGAZZINI PIENI DI ORMONI (LA CUI MUSICA ASSOLUTAMENTE APPREZIAMO MA SPESSO
SEMBRA ESSERE L’UNICA IN CIRCOLAZIONE), A TANTE ALTRE PERSONE COME NOI CHE MAGARI HANNO VOGLIA DI ASCOLTARE , BELLE STORIE, BUONA MUSICA
In bocca al lupo ragazzi!
Ciao Andrea, benvenuto su In Loop Mag!
Ciao ragazzi, mi sono fatto un giro sul vs. sito, articoli, recensioni, interviste con svariati artisti della scena, complimenti!
Come è nata la tua passione per la musica e in particolare come ti sei avvicinato all'elettronica?
In realtà è la musica che si è appassionata a me e ha completamente avvolto la mia esistenza sin da subito.
Amo suoni, frequenze, beat e soprattutto melodie. Ho migliaia di album e tra quelli ci sono certamente quelli seminali dell'elettronica passando da new wave, breakbeat, DnB, garage, techno, dubstep, electropop, etc. L'elettronica è sempre stata una costante nelle varie produzioni degli stili più disparati che ho affrontato. Oltre a suonare la batteria ho imparato da subito a gestire software, sampler, creare sequenze ritmiche e armoniche.
Il tuo nuovo singolo "Outerspace" segna un nuovo inizio?
Outerspace è il primo brano che introduce il progetto EDruM ed evoca un’ambientazione complessa e misteriosa che ricorda uno scenario spaziale con voci lontane e un’atmosfera dark e tenebrosa. La batteria resta ad ogni modo il fulcro della traccia con una ritmica sincopata e incalzante. E' certamente l'inizio di qualcosa d’inaspettato ed allo stesso tempo tanto desiderato. Arrivare a prendere il controllo al 100% della musica che volevo suonare e sentire è stato un percorso lungo, impegnativo ed il risultato mi appaga in pieno.
La realizzazione finale è stata possibile grazie al producer e sound designer Efferre, preparato e all'avanguardia, e ai ragazzi dell'etichetta Culto di Bologna, che hanno supportato questo progetto con sincero entusiasmo.
Progetti per il futuro?
Il primo step è certamente la pubblicazione di 7 brani nei prossimi mesi, un video di presentazione e la creazione di uno spettacolo, che oltre al repertorio includa nuove sperimentazioni e collaborazioni.
Il 26.05 esce il secondo brano “Baby Model” con nuova energia e coinvolgimento. Al momento in Italia non c'è nulla di simile e sono proprio curioso di vedere quale sarà il feedback.
Grazie e in bocca al lupo!
Grazie a voi per avermi invitato, viva il lupo e chiamatemi EDruM
In occasione del concertone di Roma, abbiamo intervistato Maninni, che si è esibito sul palco trani vincitori del contesta 1MNext
"Ciao Alessio, benvenuto su In Loop Mag! Raccontaci come nasce la tua passione per la musica"
"ciao a tutti! la mia passione per la musica ha inizio quando ho assistito al primo concerto della mia vita, quello degli u2. È stato amore a prima vista con la chitarra, da quel momento in poi ho concentrato tutta la mia vita sulla musica."
"Sei tra i vincitori del contest 1MNext. Raccontaci che esperienza è stata. Ti ha arricchito?"
"è stata una fantastica esperienza, ho conosciuto delle persone molto belle, non vedo l’ora di scatenare l’adrenalina che scorre questi giorni sul palco del primo maggio."
"Cosa ti aspetti da un palco così importante come quello del Primo Maggio"
"voglio divertirmi, fare una bellissima esperienza e conoscere tanti colleghi che stimo artisticamente."
"Progetti per il futuro?"
"siamo sempre al lavoro su nuove canzoni e ci saranno degli appuntamenti questa estate live, questa cosa mi rende molto felice."
Ciao Etta, benvenuta su In Loop Mag! Raccontaci come nasce la tua passione per la musica
Avevo 3 anni e una bambola che cantava, me ne innamorai. Della musica in generale, mio padre mi suonava spesso canzoni con la chitarra e nelle mie prime recite ero sempre scelta come protagonista. Ricordo quando cantai la prima canzone proprio ad una di queste recite e lo scrosciare degli applausi, in quel momento capii chi volevo diventare.
Sei tra i vincitori del contest 1MNEXT. Raccontaci che esperienza è stata. Ti ha arricchito?
Ogni esperienza che riguarda la musica mi arricchisce e mi fa crescere tanto. 1MNEXT è stata però anche una conferma di tutto il percorso che sto portando avanti da un anno a questa parte, mi ha reso davvero felice raggiungere questo traguardo non solo per me ma per la mia musica.
Cosa ti aspetti da un palco così importante come quello del Primo Maggio?
Divertimento, adrenalina e la possibilità di arrivare a tanta gente con la mia musica.
Progetti per il futuro?
Live, live, live e ancora live! Stiamo anche lavorando al prossimo disco e nel frattempo abbiamo già fatto uscire il merchandise di Stress, il mio Ep.
Grazie e in bocca al lupo!
Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Francesco che ci ha raccontato di più sul suo progetto.
"Ciao Francesco, benvenuto su In Loop Mag! Nel tuo nuovo singolo "Morte che cammina" collabori con Luca Pasquino.
Raccontaci come nasce l'idea di realizzare un brano assieme."
"Luca è un amico e un collaboratore strettissimo da 15 anni, è da allora che ci confrontiamo e influenziamo sui nostri reciproci progetti. Sempre Luca mi ha presentato Pit, con il quale ha fondato le cose più pazze del mondo, progetto davvero interessante sia a livello di scrittura che a livello di sound. Da circa tre anni sono la mia backing band, abbiamo condiviso due tour e tantissime esperienze musicali e non. L’idea del Feat. è nata all’interno di un contesto di grande collaborazione, soprattutto perché, oltre che aver scritto a quattro mani il brano, abbiamo cercato di trovare un punto d’incontro tra l’estetica musicale e la scrittura mia e quella di Luca, creando un brano pieno di immagini, ma anche molto diretto e tagliente."
"Il tuo nuovo singolo anticipa il disco. Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo album? Quali suoni e influenze saranno predominanti?"
"È un disco molto variegato e molto incoerente, anche se c’è il fil rouge della mia scrittura, oltre questo recente incontro che ho fatto con la musica techno a tenere insieme le redini del discorso. Oltre a quello con le corse ci saranno altre due Feat, uno con Tito Sherpa che è un artista hip-hop, uno con Cult of Magic e il mio progetto parallelo, un collettivo di performance art fondato assieme Giada Vailati e Samira Cogliandro, due performer e coreografe, al quale collabora anche Luca. Con il collettivo stiamo portando avanti una live set nel quale suoniamo dal vivo musica techno con sintetizzatori, drum machine, ma anche chitarre e strumenti acustici."
"Progetti per il futuro?"
"Si, non vediamo l’ora. Presenteremo il brano dal vivo al Plastic, poi saremo in Sicilia, a Palermo il 27 aprile, Catania il 28, Agrigento il primo maggio. Poi per il lancio del disco c’è in programma un grosso lancio su Milano al quale parteciperanno anche tutti gli artisti che hanno collaborato."
Ciao ragazzi, in un mondo in cui la musica va sempre più veloce voi avete deciso di fermarvi per ritrovare voi stessi. Vi è servito questo periodo di pausa? Vi sentite più forti?
Parli con due persone che probabilmente vacilleranno per sempre, siamo entrambi estremamente sensibili, ora è un momento “up”, stiamo creando, vivendo e siamo emozionati…ma siamo due lunatici (ridono) siamo sicuramente più stabili mentalmente ma ci sosteniamo, quando traballa uno, l’altro è subito pronto a sostenerlo!
"Frastuono" racconta il mondo esterno con distacco. Come è nata questa collaborazione?
È nata dalla necessità di togliersi tutti i limiti che inconsapevolmente ci siamo messi addosso nel corso degli anni! Siamo stati entrambi vittime di noi stessi, creando un ideale di persona troppo alto da mantenere... volevamo solo essere noi stessi, con pregi e difetti! “Frastuono” e nata senza pretese, libera, vera, senza struttura…probabilmente strana ma nostra!
Qual è secondo voi la ricetta per distinguersi dal frastuono odierno?
Non avere paura di avere poco tempo…non dobbiamo vivere di fretta, non abbiamo una data di scadenza come esseri umani! A parte la morte, non c’è niente che possa fermarci! Godiamoci le età per quelle che sono, i periodi per quelli che sono! Le emozioni per quelle che sono!
Progetti per il futuro?
Per ora mantenere alta questa energia! Ci sentiamo come due diciottenni, che devono scegliere che facoltà frequentare all’università! Siamo pieni di idee, ora iniziamo a filtrarle a modo!
Sicuramente faremo dei live!
E allora un grande in bocca al lupo ragazzi!
Ciao Rayan, benvenuto su In Loop Magazine! Raccontaci come nasce la tua passione per la musica.
Sono appassionato di musica fin da bambino. Alle elementari i primi album che ho ascoltato in assoluto furono Mr simpatia e Tradimento di Fabri Fibra. Già dall’età di 7/8 anni sognavo questo. Ho cominciato a fare le prime canzoni dall’età di 15 anni. Ho imparato a registrarmi in camera con dei tutorial su YouTube da autodidatta, lo stesso vale per il montaggio dei video, me li giravo da solo con un treppiedi.
Quale genere ti rappresenta di più?
Il mio genere è un ibrido tra il rap e il pop
Fatico anch’io ad etichettare la mia musica. È come le arti marziali miste, un insieme di più stili.
Parlaci del tuo ultimo singolo "MC Drive". Come nasce e a cosa si ispira?
Nasce come tutte le mie canzoni, da esperienze vere che ho vissuto. La canzone parla di come sparivano le mie Bad Vibes quando ero in compagnia della ragazza per cui l’ho scritta e di come nonostante non ci vediamo più, continuo a fare “Bungee Jumping” nei ricordi di quei giorni.
Entrambi amiamo il Mc Donald’s e quasi tutte le volte che ci siamo visti alla fine finivamo per andare li, da qui il titolo Mc Drive.
Progetti per il futuro?
Uscire con tanta nuova musica per tutto l’anno e raggiungere gli obbiettivi che mi sono posto.
Ci sono un po’ di grosse sorprese che stiamo preparando ma per scaramanzia non ne parlo finché non sarà il momento!
Ciao Isotta, benvenuta su In Loop Magazine! Raccontaci come è nata la tua passione per la musica e il ruolo che ha nella tua vita.
La musica mi muove dentro e fuori, anima tutto ciò che vivo e lo intensifica. Ho bisogno di lei e quando non c’è la scrivo!
Da piccola danzavo e, quando tornavo a casa da scuola, la prima cosa che facevo era inserire un CD nello stereo e creare una coreografia sulla musica. Ascoltavo cantautori come Bennato, Modugno, Silvestri, di cui interpretavo i testi fino ad autori stranieri come Noa, i Black Eyed Peas e i Musical di Andrew Lloyd Weber, in cui mi abbandonavo a un’espressione corporea più libera.
Poi a 15 anni, dopo un evento particolare, ho iniziato a scrivere musica senza nemmeno accorgermene e non ho più smesso. Ho un rapporto molto umano con la musica, soprattutto perché sta diventando ogni giorno sempre di più parte del mio lavoro… sta di fatto che, anche nei momenti difficili, la musica mi ha sempre seguita, come un’ombra. E se c’è l’ombra, significa che c’è anche il sole.
In "Genio" racconti come la realtà dei social spesso non sia quella reale. Come ti rapporti coi social? Credi siano utili per il tuo lavoro o pensi che la musica possa farne a meno?
La musica può assolutamente farne a meno, la musica vive a prescindere, nasce e attinge dalla realtà non dalla rete virtuale. Naturalmente i social sono un mezzo divulgativo che, per chi lo sa usare, aiuta nella diffusione dei propri brani. La mia canzone “Genio” è provocatoria in senso buono: vuole porre l’accento sulla “fantasia”, che non è altro che la nostra intima capacità di generare nuove immagini e nuovi linguaggi… invece sui social siamo bombardati da immagini confezionate, spesso ripetitive, che imbrattano e paralizzano la fantasia. Mi piace pensare che il lavoro di un artista sia la ricerca sensibile per trattare di temi e tradurre sentimenti importanti e non il dover pensare al numero di followers raggiunti, che saranno poi una conseguenza, ma non possono essere la premessa per una carriera.
Cosa significa per te sognare? Che sogni hai per il tuo futuro?
Nonostante voglia realizzare una quantità spropositata di idee e progetti, alle volte quasi spero serva ancora del tempo prima di giungere alla meta, perché sognare è la parte più bella. Mi piace anche coinvolgere chi mi sta vicino e sognare insieme, in grande, magari sul divano di casa, dopo una giornata stancante o di fronte a un cappuccino in una piazza soleggiata.
Il domani lo costruisco man mano, sicuramente mi auguro di poter fare quello che faccio oggi con la stessa fame e la stessa naturalezza, ma con maggiori mezzi per ingrandire i miei progetti e includere sempre più artisti.
Ciao Francesco, raccontaci come nasce la tua passione per la musica e il ruolo che ha nella tua vita.
Vivo con e per la musica. Ogni mio gesto quotidiano è dedicato a essa. Perfino quando non ascolto musica, ho sempre qualche melodia in testa. Una cosa curiosa che mi succede da una decina d'anni è che ogni mattina mi sveglio con una canzone diversa nella mente, dovrei farmi psicanalizzare.
La passione per la musica è nata sicuramente quando ero molto piccolo. All'età di 2 anni avevo già la prima audizione per Lo Zecchino d'oro, ma uno dei tanti episodi febbrili mi costrinse a letto il giorno del provino. Da bambino vivevo la musica degli anni '90 in maniera molto libera e spensierata, ma avevo la fissazione per il calcio. Quando ho capito che non avrei mai potuto fare il calciatore, mi sono istintivamente buttato sulla musica e sono arrivato al 2023 con tre dischi alle spalle.
Il tuo nuovo singolo, la cover di "Blackbird" del duo Lennon Mc-Cartney, nonostante si rifaccia agli anni '70, tratta un tema attuale. Come pensi la musica possa combattere oggi le discriminazioni?
Discriminiamo tutti i giorni senza accorgercene, ma ci sono episodi davvero gravi che mi fanno capire che in Italia siamo ancora molto indietro. Basti pensare all'episodio capitato a Banda e Umtiti durante Lecce - Lazio del 4 Gennaio 2023. Quello che mi fa rabbia è che non ci siano vere prese di posizione da parte di alcune società. Basti pensare al fatto che il giudice sportivo, in seguito all'episodio, ha decretato la chiusura della Curva Nord all'Olimpico e la società ha fatto ricorso contro il provvedimento. Che messaggio lancia ai tifosi rimasti impuniti?
L'umanità si muove sicuramente a piccoli passi, ma noi abbiamo bisogno di fare adesso questo piccolo passo. Una canzone può servire a lanciare un messaggio, ma semina nel terreno fertile. Il terreno arido ha bisogno di essere arato.
Progetti per il futuro?
Sicuramente vorrei finire quanto prima il secondo volume di Circostanze. Non scrivo canzoni per la gloria, ma per mettere a fuoco i miei pensieri e le mie idee.In seguito vorrei scrivere un nuovo discolibro e tornare in Australia in tour.
Ciao Andrea, come nasce la tua passione per la musica? Raccontaci qualcosa in più.
Ciao! La mia passione per la musica la definisco innata, come se l'avessi da sempre. Crescendo ho costantemente avuto quella forte tendenza alla musica, allo spettacolo... sin da piccolo facevo i miei "show" in sala da pranzo urlando e cantando. Sicuramente, però, durante il periodo l'adolescenza, grazie l'aiuto della mia famiglia, ho deciso di intraprendere questa carriera ... ho capito che questa fosse la strada giusta e così ho iniziato le prime lezioni di canto, le prime cover su youtube, i primi spettacoli, fino ad arrivare qui dove sono oggi. Non ho mai demorso un attimo.
Nel tuo ultimo singolo "Come se ballassimo" riesci a unire la disco music a sonorità anni '70. Come è nato e qual è il messaggio che vuoi lanciare? Pensi che i suoni anni '70 possano rivivere in chiave moderna?
"Come se ballassimo" la definisco come una storia d'amore in perfetto squilibrio, una sorta di mia pagina di diario. Nasce dall'intento di voler raccontare un'esperienza finita che ha portato con se negli anni tante difficoltà, tante paure e tormenti, fino a terminare definitivamente. Questo singolo è un invito a raccogliere i propri dolori, guardarli, cercare di superarli e, perché no, ballarci sopra. A me la musica ha aiutato in tanti momenti bui. Molte volte bisognerebbe lasciarsi andare nella vita, vivendosi a pieno ogni emozione... anche perché senno tutto che senso avrebbe? La vita è una sola...
Per quanto riguarda i suoni anni '70, credo che tutto ciò che abbia costituito un periodo centrale della storia della musica, eccetera, non passi mai di moda, ma bisogna solo essere in grado di saperlo rielaborare, dandogli nuove sfumature.
Progetti per il futuro?
Un live sicuramente. Mi manca salire sul palco e cantare con il mio pubblico
"Ciao Narciso, raccontaci come nasce la tua passione per la musica e l'arte. Quale ruolo pensi abbia l'immagine che si dà di se stessi nell'arte?"
Ciao e grazie per lo spazio! Mi sono approcciato al mondo dell'arte fin da piccolo, mia madre era un soprano e musicista. All'età di 4 anni mi fece iniziare lo studio della musica e della danza e a 5 anni mi lanciò su un palco dicendomi "Vai! Realizza i miei sogni". Da quel momento ho preso la consapevolezza che il suolo che avrei voluto calpestare per sempre era proprio il palcoscenico. Penso che essere un artista significhi avere piena consapevolezza di chi si è. Dare un'immagine chiara è importantissimo per poter permettere al pubblico di potersi rispecchiare e sentirsi rappresentati. Sono sempre stato a favore di mostrare la propria essenza senza filtri e caricature, è così che si sfiora l'anima della gente, aprendosi e donando il proprio mondo.
"Raccontaci la tua esperienza a Drag Race Italia. Cosa ti ha lasciato?"
Drag Race Italia è stata una conferma di chi sono, la consacrazione del mio essere un artista Queer e di come voglio veicolare i miei valori. E' stata un'immensa gioia entrare a far parte di questo magico cast delle "Olimpiadi del Drag" e questa esperienza mi ha lasciato davvero molto: mi ha donato un megafono per poter diffondere con la mia voce dei messaggi di inclusività ed autoaccettazione su larga scala, principi per i quali Narciso ha preso vita. E' importante sentirsi al proprio posto e Drag Race Italia mi ha aiutato a rafforzare questa consapevolezza, dandomi la forza per trasmettere a chi mi ascolta il coraggio di brillare e sentirsi adeguati anche fuori contesto.
"Il tuo ultimo singolo "Make Up" è scritto con Roberto Casalino. Com'è stato collaborare con lui?"
Collaborare con Roberto Casalino è stato incredibile! Negli anni ho scoperto che i miei brani del cuore sono stati scritti proprio da lui e creare a quattro mani, insieme, il mio brano "Make Up" è stato un onore ed un immenso piacere. Roberto, oltre ad essere un meraviglioso artista, ha un'anima splendida ed una sensibilità senza eguali, sapevo che avremmo viaggiato sulla stessa lunghezza d'onda."
Ciao Lazzaro, come è nata la tua passione per la musica e quanto contano le parole nella tua musica?
Ciao grazie mille per lo spazio, la mia passione per la musica nasce molto presto. Mio padre ha sempre collezionato vinili e per i primi anni la domenica, quando i miei non lavoravano, era abitudine ascoltare tanta musica. Tra questi dischi c’erano i nostri cantautori. Ricordo di essermi appassionato alle voci di Domenico Modugno, di Renato Zero, di Dalla, De Andre, insomma il nostro cantautorato. Quello che mi colpì fin da subito, pur non capendo di che cosa parlassero, furono i testi e da qui mi lego alla seconda parte della domanda, penso che le parole nella musica siano cosi tanto importanti per me grazie a questi grandi della musica italiana. Successivamente è arrivato il rap, prima ovviamente quello americano, ma quando ascoltai per la prima volta rap italiano mi piace pensare che avessi l’orecchio già allenato per un certo tipo di testi. Per quanto riguarda le parole nel mio caso sono fondamentali, quando scrivo un testo sono molto minuzioso e centellino ogni parola che scrivo.
Raccontaci qualcosa in più sul tuo ultimo singolo "Disturbato". A cosa si ispira?
Disturbato si ispira al mondo di Silent Hill. Quel gioco ha accompagnato la mia infanzia. Ho sempre pensato che quel mondo oscuro e quei posti esistessero solo nella mente del protagonista e non fossero altro che le sue paure più recondite materializzate in un mondo fatto di mostri, luoghi agghiaccianti, la costante nebbia e persone appunto disturbate. Silent Hill è stata una delle esperienze più iconiche della mia vita. Ho descritto un incubo che prende ispirazione da quel mondo in cui, anche nel mio caso, quello che vedo non è altro che il risultato di paure irrisolte e sepolte nella mia mente.
Hai recentemente partecipato al MEI. Che esperienza è stata?
È stato bello, sapevo che il MEI è una di quelle esperienze che un’artista deve fare. Ho suonato per la prima volta disturbato e la sensazione è stata buona. Nonostante il pezzo sia crudo e duro la gente ha risposto bene. E poi l’adrenalina che ti da un palco è una delle sensazioni che più mi da forza.
Dopo "Che finale" e "Disturbato", quali sono i tuoi progetti per il futuro?
"Che Finale" e “Disturbato", cosi come il singolo precedente a “Che Finale” ovvero “Dentro Me”, faranno parte di un EP di 6 tracce dove ogni traccia è ispirata a un film diverso, "Disturbato” appunto è ispirata a “Silent Hill”, “Che Finale” a “Io Non Ho Paura”, “Dentro Me” a “Nightmare Before Christmas” e cosi via. L’EP uscirà a novembre
"Benvenuto sulle nostre pagine. Come è nata la tua passione per la musica?"
Quando avevo 8 anni sono stato iscritto controvoglia a un corso di chitarra, e devo dire che all’inizio proprio non mi andava! A 12 anni tramite questo corso l’insegnante mi ha fatto il nome dei Nirvana. Sono andato a casa e ho cliccato sul loro video con più views su Youtube (era il 2008), “Smells Like Teen Spirit”. È stato amore immediato, quel suono mi ha colpito fortissimo e ha risuonato dentro di me. Ero un bambino molto introverso e attaccato ai genitori, ma allo stesso tempo covavo una gran rabbia dentro. Ho capito che così avrei potuto sublimare quel sentimento e farne qualcosa di bello (anche se a 12 anni non conoscevo il verbo “sublimare”, lol).
"Raccontaci di più sul tuo ultimo singolo "Morricone". Cosa rappresenta per te la sua figura e come ha influenzato la tua crescita?"
Mi piace tantissimo scrivere e proporre canzoni, ma la mia principale occupazione per ora è fare lo studente di Musica da Film al Conservatorio di Bologna. Uno dei motivi per cui mi sono iscritto a questo corso è stato proprio Morricone. Per me è stato il più grande musicista del Novecento, o almeno uno dei più influenti, è riuscito a creare delle melodie celestiali, che arrivano subito al cuore e ti fanno volare altissimo. Ho visto il documentario di Tornatore su di lui, lo ho adorato. Mi ha colpito della sua storia che almeno all’inizio lui si vergognava del suo genio, perché veniva da un percorso di composizione tradizionale e credeva che comporre per lo schermo fosse poco dignitoso, uno svendersi, e soprattutto soffriva il giudizio infelice del suo maestro di Conservatorio Petrassi, a cui era molto legato. In ogni caso, perdonate la divagazione, nell’arrangiamento di questa mia canzone ho pensato a lui soprattutto scrivendo gli archi, nel senso che ho cercato di ricreare quell’emozione sublime e devastante che sento nelle sue colonne sonore più che cercare di ricalcare il suo stile compositivo a livello tecnico, cosa che evito sempre di fare quando compongo. Detto questo, il testo di “Morricone” non parla di Ennio, ma solo di me. L’opera di Morricone è stata un pretesto per parlare del mio rapporto con la musica. L’ho scritta in un momento grigio, mi ha aiutato a ritrovare i colori. Mi ha ricordato chi sono e cosa cerco. Spero lo possa fare anche con chi ascolterà.
"Progetti per il futuro?"
È appena uscito il video di “Morricone” sul mio canale Youtube, vi consiglio di andarlo a recuperare! Con il regista del video, Riccardo Sanmartini, mi sono trovato da Dio. La collaborazione continuerà e faremo altri singoli insieme. Per ora è tutto, alla prossima!
Abbiamo avuto il piacere di intervistare il trio LUCI AL NEON che ci ha raccontato qualcosa in più sui nuovi progetti.
Ciao ragazze, come nasce il progetto LUCI AL NEON?
Il trio nasce dall’esigenza di condividere, raccontare e trasfondere in musica ambizioni, delusioni e sensazioni dell’essere giovani donne, il tutto con una spontaneità moderna e dirompente. Il nome d’arte nasce nel periodo più buio e disilluso del lockdown, dove tutto sembrava spento, poco nitido e nulla brillava come prima. Riaccendere le luci è stata una necessità per ripartire con entusiasmo. È difficile e al tempo stesso molto bello trovare in ambito musicale un trio di sole ragazze.
Credete che le donne siano ancora vittima di stereotipi di genere e qual è il vostro modo per superarli?
Anche se molto è stato già fatto in tal senso, la musica può e deve fare di più. Nel nostro piccolo ci piace l’idea di dare un contributo a capovolgere gli schemi, senza limiti né freni, cercando così di spiazzare chi crede ancora in questi stereotipi.
Come nasce "Kawasaki"? Raccontateci qualcosa in più.
La scrittura del brano nasce a 4 mani nello studio di registrazione di Leo Pari, artista e produttore spaziale, con cui è nato da subito un feeeling pazzesco. Il sound è stato plasmato intorno ai nostri gusti musicali, con influenze e richiami agli anni ‘80. Da qui l’idea di non definirlo semplicemente come Pop, ma Neon Pop.
Progetti per il futuro?
Stiamo lavorando su nuovi brani che pubblicheremo già da settembre prossimo. Inoltre, in autunno, partirà il nostro primo live tour nei locali dove, finalmente, troveremo la nostra giusta dimensione. Suonare dal vivo ci liberà e allo stesso tempo ci offre una grande opportunità di crescere musicalmente per migliorare sempre di più.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare il Duo in occasione dell'uscita del nuovo Ep. Ecco cosa ci hanno raccontato
Ciao ragazzi, come è nato il progetto LAMETTE?
“LAMETTE è nato circa 2 anni fa in pieno lockdown durante una di quelle notti passate a scrivere canzoni tra una birra e l’altra. In quel periodo convivevamo insieme in un appartamento e abbiamo colto l’occasione per sperimentare un po’ con la musica, così da lì a poco abbiamo deciso di ufficializzare il duo sotto il nome LAMETTE.”
È uscito il vostro primo Ep "100 PBM". Qual'è il filo conduttore del disco e cosa accomuna i brani?
“Il concept dietro 100BPM è legato all’inconico cartone animato trasmesso da MTV nei primi anni 2000 “Beavis & Butt-Head”. L’obiettivo quindi era fare in modo che ogni traccia presente all’interno dell’EP rappresentasse un episodio diverso e unico, una sorta di un viaggio introspettivo nel nostro mondo.”
Come è nato il vostro ultimo singolo "Gocce Blu"?
“GOCCE BLU è nata da un riff di chitarra e una mezza strofa. Dopo aver definito la struttura e la top line del pezzo il tutto è passato nelle mani del nostro producer Alessandro Landini che ha saputo dare quel tocco fresco ed energico con sonorità Indie-Pop e Urban che caratterizzano a pieno il sound che volevamo intraprendere in questo EP.”
Progetti per il futuro?
“Per ora stiamo investendo le nostre energie nel fattore live, infatti nell’ultimo mese abbiamo portato la nostra musica dal vivo un po’ in giro e ci sono ancora alcune date per l’estate. Nel mentre scriviamo qualche nuovo pezzo e chissà, forse dopo l’estate uscirà un nuovo singolo.."
Ciao MØNØ, come è nata la tua passione per la musica e quali sono le tue principali influenze?
Ho scoperto la musica grazie a un professore che in prima media offrì la possibilità di utilizzare come strumenti alternativi al flauto dolce la chitarra o la tastiera. Appena presa in mano la chitarra capì che poteva funzionare, e iniziai l’anno stesso a studiare musica. Di lì a poco conobbi un mio grandissimo amico che mi aprì le porte dell’EDM, che in quegli anni si stava esprimendo al suo apice. Da quel primo incontro arrivò il mio primo controller, con il quale passai gli anni delle media tra camera e feste scolastiche, perfezionando la mia tecnica nonostante la superficie di controllo ridotta. Gli anni successivi mi permisero di sviluppare un suono molto più caratteristico e personale, influenzato molto dai miei artisti di riferimento: deadmau5 e Daft Punk. Una volta aperto al mondo degli eventi ho scoperto la musica più “commerciale” e la houseda club, e i Meduza sono stati il gruppo che più mi ha avvicinato a tutto questo.
Il 25 giugno sarai a Como per uno speciale DjSet. Cosa dobbiamo aspettarci?
Sicuramente qualcosa di completamente diverso dagli eventi notturni, molto più radiofonico e incentrato su una selezione “estiva” ed estremamente fruibile da qualunque fascia d’età, data l'eterogeneità del pubblico che sarà presente alla StraWoman. Ho ripescato le vecchie compilation utilizzate negli anni di animazione estiva, ed effettuato una selezione “leggera”, dall’ascolto facile, che permetta a tutti di divertirsi al massimo.
Progetti per questa estate e per il futuro?
Giugno è stato un mese molto intenso, tra Live Club, SLU e gli eventi coi Bad Guys (spin-offdel mio ufficio stampa @goodguys). Il resto dell’estate non è molto impegnato, punto più sulla stagione invernale a partire da settembre, sia per i live che per le produzioni inedite. Già è pronto il mio primo inedito, genere Synthwave, ma sto aspettando l’autunno per ultimare un prodotto molto più adatto all’ambiente “clubbing”, ed effettuare un doppio rilascio che mi rappresenti il più possibile, a 360 gradi.
Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Sinetti, in occasione dell'uscita del nuovo Ep.
"Come è nata la tua passione per la Tech House?" " La mia passione per la tech house è nata esattamente 8 anni fa, quando ho cominciato ad approcciarmi al mondo della produzione musicale dopo essermi innamorato del clubbing 🎵"
"Riesci ad unire l'attività di produzione a quella di scrittura. In quale ti senti più a tuo agio?" "Sicuramente sento molto più mio l'ambito della produzione"
"Parlaci del tuo ultimo Ep. Se dovessi definirlo in poche parole, come lo racconteresti a chi si approccia alla tua musica?" "Se dovessi descriverlo in poche parole lo definirei come un'evoluzione dalla quiete alla tempesta, perché le due tracce tra di loro hanno questa differenza: Hello è una traccia coinvolgente, che trasporta chi la ascolta, mentre Just è più energica e libera."
"Progetti per il futuro?" " Tra i progetti per il futuro c'è assolutamente quello di sperimentare, di continuare a proporre sempre nuove sonorità musicali e di poterle esprimere nei live e condividerle con più gente possibile!"
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Alice Olivari, che ci ha raccontato qualcosa in più su di lei e sul suo ultimo singolo.
Ciao Alice, come è nata la tua passione per la musica?
Ciao! La mia passione passione per la musica nasce con me perché fin da bambina amavo cantare in piedi sul divano per dei piccoli show davanti a famiglia e parenti. Crescendo sempre più timida però non ho mai coltivato la passione per il canto. Solo all’età di 18 anni ho fatto la mia prima lezione di canto “costretta” da un vecchio amico che sapeva del mio amore per la musica e dopo quella volta non l’ho mai più abbandonata.
Credi che la musica possa avere un ruolo fondamentale nella società per l'abbattimento degli stereotipi?
Assolutamente sì, la musica è svago e divertimento, ma è anche comunicazione ed è uno strumento potentissimo tramite cui trattare determinati argomenti sociali quali anche gli stereotipi. Fake nasce proprio con questo scopo. R
accontaci come è nato "Fake"
Fake nasce da un elenco di cose appunto fake che ho pensato nel dicembre 2019 guardandomi attorno nella mia quotidianità. Siamo bombardati ogni giorno da cose finte, soprattutto tramite i social, quali la ricchezza ostentata e gli amori costruiti, fino alle cose più materiali come le extension ciglia e i capelli biondo platino, ma anche le fake news in cui spesso ci si imbatte. Partendo da qui ho poi sviluppato tutto il testo che viene completato dal videoclip. Il messaggio della canzone è quello di tornare ad essere persone più vere, sincere, soprattutto con noi stessi, e non essere vittime degli stereotipi che la società ci induce ad incarnare.
Stephanie è un talento della generazione Z, giovanissima ma con tanta gavetta alle spalle. La incontriamo a Genova, sua città Natale, dove ci racconta qualcosa in più sui nuovi progetti.
"Ciao Stephanie, come è nata la tua passione per la musica?
"Ciao! Piacere di incontrarvi. La musica ha sempre fatto parte della mia vita. A 9 anni inizio il mio percorso artistico insieme alla mia insegnante e intorno ai 16 incontro il mio attuale produttore, Davide Maggioni. A 22 anni partecipo al Festival di Castrocaro con il brano "Vivo" prodotto da Davide e parallelamente intraprendo un percorso da autrice. Con il mio secondo singolo "Maglione rosso" vinco il "Fatti sentire Festival". Durante il lockdown, complice il difficile momento in cui tutti noi vivevamo, mi dedico particolarmente alla scrittura e compongo circa 25 pezzi. Quest'anno ho partecipato ad Area Sanremo con "Blush" e ho raggiunto le finali per accedere a Sanremo Giovani"
"Il tuo nuovo singolo, "Capiterà", sembra essere un ritratto autobiografico. A cosa ti sei ispirata?"
"Sì, "Capiterà" è ispirato a una storia che ho vissuto, ma penso che ognuno di noi possa fare proprio quel testo. Il videoclip è girato a Genova, nella mia città. I due protagonisti alla fine si incontrano guardandosi come la prima volta, ma sanno che nulla sarà ormai come prima. Spero che la gente possa rispecchiarsi."
"Cosa ne pensi dei talent?"
"Mi piacerebbe partecipare per farmi conoscere a più persone possibili. Il mio brano "Sempre", tramite Warner Music, è stato scelto come singolo per Arianna, cantante della scorsa edizione di Amici. Ho partecipato a diverse selezioni per X Factor, Tour Music Fest e Amici, ma il mio sogno è Sanremo"
"Preferisci la dimensione live o quella relativa allo studio?"
"Paradossalmente, quando canto di fronte a un maggior numero di persone mi sento a mio agio. Il riscontro del pubblico per me è fondamentale. Anche se comunque amo anche la fase di sperimentazione in studio.Spero che la mia musica possa arrivare a tutti, anche in qualità di autrice"
Un grande in bocca al lupo Stephanie!